Natale.

Rieccoci, il caro, carissimo Natale è di nuovo vicino.
Oggi è il 22, come tutti gli anni l'atmosfera vacanziera è già ben consolidata, ma l'università me la sta parecchio spegnendo.
Con questa sera concluderò tutto, forse, e potrò dedicarmi al sano, sacro, sonno.
Particolarmente impegnata, non so più da che parte girarmi, ho un sacco di idee e sentimenti in testa che si sovrappongono, sono sempre in macchina o sul treno.

Ho passato un venerdì sera magico, un sabato divertente, una domenica malinconica ma splendida.
Ho riscoperto il piacere delle piccole cose che avevo dimenticato, di dormire in un sacco a pelo troppo freddo, di svegliarmi la notte terrorizzata da cuffie immaginarie che mi cadono in testa, di sentire russare persone autentiche e sincere, finalmente.
Ho riscoperto la bellezza dello svegliarsi a mezzogiorno passato, di mangiare dolci straordinariamente orgasmici [dopo aver riempito erroneamente una formaggiera.. >_>° ma lasciamo stare] e di sentire suonare il pianoforte.
Ho riscoperto emozioni archiviate, apparenti semplicità che in realtà fanno una persona grande.

Mi mancava tutto questo, il calore di un abbraccio o di un sorriso.

Quindi, per concludere questo intervento ricoperto di miele..

Grazie.

[ e Buon Natale a tutti, miei cari. ]

11 Dicembre 2008

Semplicemente assonnata, con i capelli spettinati ed ancora vestita come lo ero stamattina.
Mi sono quasi auto-obbligata a venire qui a scrivere un intervento, forse per descrivere quella strana sensazione che mi attraversa il cuore, in questo momento.
Se, il cuore, possiamo definirlo come centro reale delle nostre emozioni.

Mi stupisco, talvolta, per come il Mondo sia ricco di possibilità, come sia così buono e magnanimo in tutto e per tutto.
Tutto è diverso : ogni cosa, ogni sentimento, è ben diverso dagli altri.
Anche ogni sensazione [ripetendomi stupidamente: ma non trovo altre parole adatte a cui mi voglio riferire] è complicatamente differente da quella di un minuto prima, da quella di un mese, un anno, una vita prima.
Abbiamo un 'book' esagerato di possibilità, partendo ingenuamente dalla 'gioia' e dal 'dolore', che poi si diramano in un mucchio di altri piccoli particolari che rendono un'emozione unica.

Pensiamo soltanto a quando ascoltiamo una canzone che ci piace: le sensazioni che ci comportano slittano dalla semplice ' pelle d'oca ' , ad una voglia incontrollabile di cantare , alle lacrime.
La stessa cosa per un film, la stessa cosa per un'informazione gradita o, al contrario, molto spiacevole.

Quante volte, chiudendo gli occhi, ci ripassano per la testa [anche involontariamente] immagini già viste e riviste, ma, ogni volta, ci portano ad emozionarci.

Ora, volendo tornare al punto iniziale del mio intervento, io sono in quelle situazioni di 'forzata quiete', di 'imbarazzante tranquillità', che mi portano a sorridere quasi per la carenza di pensieri che mi attraversano il cervello.
Vorrei godere attimo per attimo della mia vita, vorrei cogliere ogni minimo particolare, ma non ci riesco.

Grazie al cielo, ho una buona memoria.
Grazie al cielo, so ripensare.
E, grazie al cielo, ripensando, riporto alla mente i particolari comunemente tralasciati.

No, non è successo niente di entusiasmante: soltanto una splendida giornata, in compagnia delle persone giuste. Dal mattino alla sera.

Grazie, per avermi fatto riprovare le sensazioni più belle al mondo, il divertimento, l'amicizia, la semplicità.

Godiamoci questi momenti, finchè durano.

' Resisti e un pò stai male, non parli più.
Infondo c'era poco da dire,
non parlerai più.
Perfetto
il giorno muore, non ridi più.
In fondo c'era poco da ridere..
Ti troverai nuda.
Non cresce più poesia
'
Verdena - Il Gulliver

Dedica, sottile. [ ? ]


Non posso stare in casa a pensare
fuori è tornata la gioia di urlare,
mi troverai a girare le piazze e gridare:
I viva Fernandez!
E viva Fernandez!

Versa da bere ad un innamorato
un giorno sarò ricco e ti farò regina dei fiori;
Versa da bere a un povero assetato
povero da poeta, ricco come un gabbiano
che vola sulla vita con la sua fantasia.

Non posso stare in casa a pensare
fuori è tornata la gioia di urlare,
mi troverai a girare le piazze e gridare:
I viva Fernandez!
E viva Fernandez!

Versa da bere ad un albero sradicato
spostato dai venti e dalla curiosità
un nomade in amore ed in felicità.
Così parlava il vecchio fricchettone
il re dei maghi e delle magone:
è una preghiera, io non voglio denari

solo vino, allegria, il calore delle mani


Forse ti invidio un pò.
Forse invidio il tuo modo di essere sempre solare,
ed il tuo modo di vedere il mondo sotto un'altra prospettiva.
Resta sempre così.
[ So che non hai bisogno di rassicurazioni , di dediche stupide , non ora. Forse ne ho bisogno io, o semplicemente forse ho sentito qualcosa in questa canzone che mi ha ricordato te . Niente di smielato . Nessuna sviolinata . Ma ti voglio bene, ricordatelo . ]


Neve [ ancora .. ]


In ascolto : Follow Me - Pain .

Neve, neve, neve e ancora neve.
Come se non bastasse avermi obbligata a stare a casa un venerdì sera che si prevedeva molto divertente.
Così sono di nuovo qui, ad incrociare le dita perchè smetta all'istante, non per chissà cosa ma per uno stupido compito di Russo [ tanto per cambiare, я иcучаю рyccкий язык] che non mi conviene saltare.

Oggi non sono particolarmente pensierosa [ 9 dicembre 2008, giusto perchè questo stupido layout di blogger non inserisce automaticamente le date ], ho soltanto qualche nozione sparsa delle innumerevoli ed insensate spiegazioni della Skomorokova, confusa e improponibilmente sovrapposta con quelle di Macagno.

I pensieri che mi razzolano per la testa sono sempre i soliti tre o quattro, ormai ben consolidati e forse un pochino smentiti.

Domenica scorsa grandissima serata con le Minigonne, a Cassinasco. C'erano tre o quattro motivi per apprezzare appieno l'esperienza [ fra cui Emiliano ubriaco e qualche suo coretto su ' Let's Spend the Night Together ' ].
Sabato prossimo, suoneremo al Mulino.

Cazzo, va tutto abbastanza bene.

Oggi non ho voglia di spatellare qua e la frasi ' pesantemente criptate ', non ho niente da comunicare. Non ho nemmeno intenzione di continuare con l'intervento precedente. Forse sono un pò troppo spossata per buttare giù idee nuove o originali.

Ho solo sempre la solita sensazione di voler fuggire.

« Live fast, die young
Who cares about the world
when it soon will be gone
Burn fast, die hard
There is no future
and there's nowhere to run
»

In Ascolto : Monkey Buisness - Pain [ Cynic Paradise - 2008 ]

Un sospiro dopo l'altro, uno sbadiglio dopo l'altro.
La mia vita è un continuo alternarsi fra eventi piacevoli ed eventi spiacevoli, mediati non da uno stato di ' tranquilla incoscienza ' , ma piuttosto da una fastidiosissima inquietudine.

Ho un bell'anello al dito pollice, un anello nuovo che arriva da una cara amica di mia madre.
Amica un pò folle, che passa di tanto in tanto a sbolognare quelle cose che sa benissimo essere inutili, ormai superflue persino per il cassonetto della spazzatura.

Ma, questa volta, ha proprio 'azzeccato' i miei gusti.
E' un anello preciso, d'argento, che slitta dal classico grigietto brillante al grigio scuro molto più simile al nero. In rilievo delle stelline e dei quarti di Luna, piazzati disordinatamente lungo tutta la circonferenza di quei pochi millimetri che costituiscono l'intero anello.

Sposto l'anello dal pollice all'indice, dall'indice al medio, per poi passare all'anulare.
Mi è esageratamente largo, mi da quasi fastidio, e sembra persino stonare alla vista.
Lo rimetto al pollice, perchè è li che deve stare : è un pò come se fosse nato per svolgere quel compito, per starsene lì ad abbellire il più importante dito della mano [ caso vuole, anche quello che, diventato opponibile, ha permesso alla mia specie di diventare tale. che schifo. ], ma è come se si trovi in una situazione di continua scomodità, forse per disabitudine.

Ma, devo ammetterlo, mi piace.
E' così bello : mi dona, devo proprio ammetterlo. Ho le dita adatte ad un anello, specialmente di quella fattura.

Senza quell'anellino la mia mano si sentirebbe ' strana ', anche se non ancora ' nuda ' [come succede con quello che mi hanno regalato al diciottesimo] , ma portandolo mi sento strana allo stesso modo.
Forse perchè sento un pezzo in più, a cui non ero ancora abituata, ma che ancora non fa parte di me. Un pezzo del quale posso fare a meno, ma al quale non posso nemmeno rinunciare.

Ma cosa ne sa, questa povera manifattura [ che nemmeno credo possa definirsi tale ] delle sensazioni che provo con o senza di lui ? Che mi doni così tanto solo perchè sa di essere stato predestinato al pollice ? Che sia tutto un meccanismo forzato per il quale io mi trovo ad indossare proprio questo anello, che sia tutto stupidamente ricercato da ciò che ho intorno per rendermi felice?

Ma piuttosto... Che l'anello stia al mio dito per assecondare ciò che mi circonda e seguire l'apparente destino che è stato macchinosamente costruito per lui ?

« Cosa ti resta?
Il folle ride, penso a lei
Accorgersi di vivere nell’estasi
»
Verdena - Trovami un modo Semplice per Uscirne
[ e trovatemelo, davvero ]

Oggi è stata veramente una giornata stancante.
Bella, tutto sommato, fra il test della Buvina e l'uscita piacevole con Stefano.
Ma maledettamente stancante.

Sono stufa.
Forse è una delle poche constatazioni che, dopo oggi, posso permettermi di fare.
Ma non stufa delle cose più evidenti : l'università, il viaggio, la famiglia, cazzate del genere.
Sono stufa delle piccole cose che a nessuno sono evidenti, forse solo a me stessa.

Stufa del fatto che, per quanto io tenti di tirarlo fuori al meglio, per quanto io cerchi di esprimerlo al mondo in modo da farmi comprendere, ed eventualmente di colmarlo, nessuno si accorga di questo mio disagio.

Apparentemente felice, soddisfatta, ma non del tutto soltanto in apparenza: posso facilmente ammettere di stare bene con me stessa, di avere stranamente accettato qualche mio difettuccio, ma non posso declamare la mia completa felicità.

E' come se qualcosa stentasse ad arrivare, come se fossi sempre in attesa di qualcosa, sospesa in un filo sottile tanto quanto una ragnatela.

Forse non mi resta altro che aspettare : aspettare l'avvento del ragno, che mi consumi del tutto sbranandomi fino all'ultima viscera, oppure aspettare che un chissà quale gesto possa liberarmi, in modo da poter tornare a volare, finalmente.

«Destroy the spineless
Show me it's real
Wasting our last chance
To come away
Just break a silence
'Cause i'm drifting away
Away from you
»

Succede spesso di guardarsi allo specchio.
Ogni volta abbiamo una visione diversa di noi stessi : quante volte è capitato di guardarsi appena prima di uscire, truccate e pettinate da favola, oppure di ridere di gusto davanti ad occhiaie e strane code di cavallo, appena svegli.

Quante volte capita di tastarsi il naso con la punta dell'indice, sfiorarlo nella sua interezza e pensare a quanto si sarebbe diversi con il nasino alla francese, o con un piercing proprio li, sulla narice destra.

Si sognano labbra alla Angelina Jolie, un sorriso bianco alla Mentadent, gli occhioni azzurri ed espressivi, e, perchè no, i capelli rossi e ricci.

Ma vi è mai capitato di guardare obiettivamente voi stessi? Di cercare di andare oltre l'apparenza, oltre il sorriso ingiallito dal troppo caffè, oltre le stupide occhiaie?
Vi è mai capitato di pensare : ' .. cerca di immaginare una te stessa diversa, vista dall'esterno.. una sorta di visione.. cerca di immaginare di vederti seduta sull'autobus. '

A me succede, spesso.
Faccio smorfie, cerco di comportarmi con naturalezza, ridere, alzare il sopracciglio destro con 'espressività', come qualcuno dice.
E mi chiedo : chissà come sono vista realmente dagli altri. Chissà se apprezzano le piccole cose che io stessa apprezzo di me. Oppure vedranno solo lo stupido involucro, così evidente ?

Non lo so. Odio chi non esprime il suo giudizio, mai.
Odio l'eccessivo mistero, poichè so che a tutto c'è un limite.

E odio essere così stupidamente timida e riservata, seppur è la parte che meno si vede di me.

Ahn , mi sono dimenticata di scrivere i commenti al libro di Tolstoj.

La donna muore pugnalata, alla fine.

Realistico.

' Succede proprio come per gli ebrei: essi per quanto umiliati e disprezzati dominano con il denaro, come le donne. - Ah, volete considerarci solo dei trafficanti ? Benissimo, vi detteremo legge proprio in qualità di mercanti - , dicono gli ebrei. - Ah, ci considerate come oggetto del vostro piacere ? Benissimo, vi ridurremo a schiavitù proprio come strumenti dei vostri sensi - , dicono le donne.
Il fatto che la donna non possa votare, o non possa far parte della giuria in tribunale, non vuol dire che sia priva di diritti. Infatti non sono queste le occupazioni che costituiscono i diritti. La privazione dei diritti consiste in questo: ella, nelle relazioni sessuali, non è pari all'uomo. Infatti non può prendere e lasciare un uomo come vuole, non può sceglierlo invece di esserne scelta. Potrete pensare che questa è un'indecenza. E va bene! Ma allora neppure l'uomo dovrebbe poter usufruire di tali diritti. Mentre l'uomo può agire come più gli piace, la donna non ha questo diritto. Allora ecco che ella cerca di sostituire questa mancanza di diritti; agisce sui sensi dell'uomo e per mezzo di questi lo domina. Perciò formalmente è l'uomo che sceglie, mentre in realtà è la donna. Ella, una volta entrata in possesso di questi mezzi, ne abusa ed arriva ad esercitare un enorme potere sugli uomini. '

Tolstoj, ' La sonata a Kreutzer ' , 1889.

Apparenza.
E'una delle cose peggiori che possano esistere: il fermarsi all'apparenza, o il convincersi inutilmente che l'apparenza sia realtà, sognando e crollando all'improvviso. E' semplicemente una stupida fonte di dolere inutile, nella quale tutti ricadono, con la convinzione di essere nel giusto.

Euforia.
E' la sensazione più bella al mondo, che ti porta a volare sopra cieli infiniti, a vedere cose che in realtà non esistono, a cogliere ogni piccolo particolare come segnale per qualcosa che non c'è.
Qualcosa di vorticoso, che porta l'uomo a smettere di ragionare, a vedere fiori dove in realtà ci sono soltanto sassi, a riuscire a distinguere il Sole dietro le nuvole, a vedere un briciolo di vita in un gatto morto al lato della strada.
E' una semplice illusione, alla quale il genere umano fa riferimento nei momenti di bisogno, inconsapevole della sua reversibilità, sempre e comunque.

Delusione.
E' quando ci si sente deboli, rassegnati, diversi e svantaggiati in qualcosa che sembra concreto ma concreto non è. L'euforia svanisce, e subentra proprio la delusione, con le sue spine affilate che tagliano e affondano, senza ritegno e senza pietà. A volte fa piangere, a volte fa semplicemente innervosire, a volte aumenta la rassegnazione, a volte fortifica.

Comicità.
E' l'unica soluzione al nulla. Fa ragionare su quanto il mondo sia comico, nella sua tragedia, e su quanto la convinzione di essere maturati spesso non significhi che la crescita sia avvenuta realmente.

Incredulità.
Si percepisce alla riflessione: quando si ripensa ai propri errori, e ci si autoconvince che l'errore non è stato commesso realmente da chi si crede, ma da qualche stupida entità falsamente rassicurante.

Coscienza.
Fa ritornare le ali del cervello umano a toccare terra.

Sei stupida, c'è poco da fare.

Sto leggendo Tolstoj. Appena avrò finito quell'apparente capolavoro, riporterò qui le mie impressioni.

Red.

Zitta, muta, con un sacco di brufoli ed un sacco di nervoso addosso.
Non so perchè, non so come.
So solo che è un cazzo di periodo in cui quasi tutto mi sta andando come deve andare ma il mio cervello non riesce a stare tranquillo.
L'università è divertente, per ora.
In amore sto bene, sola.
Sono pure considerata, fondamentalmente.

Però, perchè sono così in ansia con me stessa?
Non riesco a mettermi il cuore in pace, non riesco ad affrontare il mondo con il sorriso, non riesco a guardare intorno senza ripensare alle parentesi negative che fanno parte della vita.

Forse è l'ora che, davvero, mi dia una scrollata. Che inizi a guardarmi attorno, ma in maniera diversa rispetto a quello che ho fatto fino ad ora.
Quindi, accendo i Bandabardò e canto. Rido.

' Come tutto è quieto, calmo e solenne, affatto diverso da quando correvo [...] da quando correvamo gridando e ci battevamo! [...] In modo diverso strisciano le nuvole su questo cielo alto, infinito. Come mai prima questo cielo alto non lo vedevo? E come sono felice di averlo finalmente conosciuto! Sì! Tutto è vuoto, tutto è inganno tranne questo cielo infinito. Nulla, nulla esiste, tranne questo. Ma anche questo non esiste, non c'è più nulla, fuorché il silenzio e la quiete. '

Lev Nikolaevic Tolstoj
Лев Nикoлевич Толстой

Sfogone, ma bella immagine.


Aggiungi un nuovo intervento.
Finalmente!
Diabolicamente stufa, di già. Single, da più di un mese [ quasi due, oramai ] pronta ad affrontare con un altro spirito la vita.

Sicuri ?

Confusa, come sempre, su tutto ciò che mi circonda : l'università non è ancora cominciata, o forse si, il piano di studi è qualcosa di simile all'arabo e la mia testa si sta preparando al 'KABOOM' finale.

Ho conosciuto un bel pò di gente, tutti adorabili [ niente ragazzi, l'unico è gay. ] ma è come se nemmeno questo mi andasse bene.
Vittima? Piagnona? Viziata bimbetta poco indipendente?
Forse.
Non mi interessa, sinceramente, ora come ora mi interessa soltanto sopravvivere.

L'autostima sta pian piano sparendo, dopo quello strano periodo in cui mi sentivo pronta a spaccare in due l'universo.

Ma ora il mio cervello è più occupato a costruirsi ingenue congetture su come sarebbe la vita senza questo o con quest'altro, come sarebbe se vivessi in un altro mondo e con altre persone, o semplicemente come sarebbe se la vedessi in un altro modo.

Non deve essere poi così difficile. Sorridi, guardati per quello che sei e cerca di essere amica con tutti. Non soffrire per le stupide cose passate, non rimanere male ad una risposta troppo arrogante da parte di quelle persone che credevi volerti bene.

Punto numero due: è da marzo, se ben ricordate, che mi frulla l'idea di lasciare definitivamente l'attuale ex. Questo è successo, ma è successo soltanto ad agosto, dopo mesi di bugie.
Ora è più il sentimento di rimorso, per non aver concluso quando realmente me lo sentivo, che la malinconia, nei confronti di un amore forse sciupato, forse troppo forzato, per una persona che a malapena mi rispettava.

Quando si dice ' mettere le pantofole '.

Ora vorrei solo qualcosa che mi sconvolga. Qualcosa di così travolgente da non permettermi di pensare ad altro. Non intendo obbligatoriamente una situazione amorosa, semplicemente un qualcosa di forte, ma positivo.

Da ora in poi questo blog diverrà 'pubblico'.
Non so nemmeno perchè fino ad ora l'ho tenuto nascosto.

Ripeto, non voglio farmi compatire. Voglio solo farvi capire cosa cazzo mi gira per la testa.

Salso.

" Spetta ma... Per Barchi c'è l'uscita? "
" Vieni a vedere i miei gufi ! "
" Valentinaaaaaaaaaaaaaaaa "
" Dai prendiamo il bus così proviamo sopra "
" Pronto... Fusco? "
" Cazzo ma questi sono inglesi "
" Oh parleranno in italiano ? "
" McDonald, drive in, filmsss "
" Angaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhh "
" No dai.. così sembriamo mongole "
" Allora.. lei è emiliana, lei è cagionevole di salute e lei ha un diploma in pianoforte ma non suona il pianoforte.. questo è quello che ho capito fino ad ora"
" Ali mi passi la focaZZa ? "
" Ali un pezzo di focaZZa ! "
" La focaZZaa ! "
" Noi siamo le minigonne e questasera cammineremo coi nostri stivali su di voooiii "
" Lei è la nostra miss sbeatta "
" Quando torna la luce ripartiamo dal finale della canzone prima "
" Avevo il vestito di nylon tutto appiccicato addosso "
" Sisi, poi abbiamo ascoltato i consigli di Gege Vella "
" Nooo non riesco a fare pipì con due zanzare che mi minacciano "
" Figo al Gods of Metal mica nomi da niente st'anno "
" Compriamo le emmenems ? "
" Più che metallari erano pensionati "
" Ste patatine mi fanno venire mal di gola "
" Usciamo a Tortona? Usciamo a Tortoona "
" No ma l'aria dal finestrino mi tiene sveglia "

Perchè la gita a Salsomaggiore, domina.

PS: da correzione di Eli.

"...finalmente una saletta con dei calendari con uomini nudi..."
"...bhun bang...mi e' caduta il borsone sopra elisabetta che dorme..."
" eau de meeeeerd..."
"prendiamo un gelato, prendiamo un gelato...ma la caschetto dov'e'?"
"matteeeeeeo occhio ai getti d'acqua..."
"ma perche' non troviamo mai un fonico figo..."
"al gods of metal c'era patata"

Basta.
Sono stufa di piangere, di ripensare ai bei momenti passati, di fare finta di nulla con tutti per poi sentirmi una merda dentro.

Vorrei tornare indietro nel tempo e non dirti nulla di nulla.

So che non risolverebbe nulla, sarei ancora qui con quella necessità di parlarti, con quel sentimento angoscioso che mi tamburella le meningi e mi dice: "diglielo"..

Ma ora siamo in una situazione di stupida e "tragicomica" precarietà, entrambi stiamo male ed entrambi vorremmo sia che finisse sia che continuasse.

Mi sento maledettamente sola, senza di te, senza quel pilastro che riusciva a farmi sorridere, nonostante i km.

E la colpa di tutto sembrerebbero proprio i chilometri.

Sia fottuto il mio carattere, la mia crisi pre-mestruale. Non voglio che finisca, non ora.



Stress psicofisico tipico della fase pre-esame
.
Il silenzio ora mi infastidisce.
Devo sempre fare qualcosa, devo essere iperattiva, nemmeno dormo più, forse per paura che i rimorsi si impossessino di me.

Non ho ancora studiato "seriamente", come dovrei fare, anzi, cerco di sviare guardando per aria o piangendomi un pò addosso.
E non è così che devo fare: devo alzare le chiappe da questa seggiolina e cambiare stanza, afferrare con vigore uno stupido libro qualsiasi e darmi da fare.
Ascoltando David Bowie, pure sorridendo, pensando che fino ad ora ho sempre pronunciato male il suo cognome.
Ma ciò che mi aiuta di più è il sound psichedelico che spinge ad affrontare con maggiore filosofia la vita. E talvolta mi viene da pensare che la filosofia con cui affronto questa vita sia troppa: la tranquillità di questo periodo è quasi utopistica, impossibile che la ragazza che tanto si disinteressa della scuola sia io.
Forse sono solo certa che verrò promossa in ogni caso, ma il mio comportamento è comunque inspiegabile.
Sono maledettamente rinunciataria, preferisco una partita al solitario sul pc ad una letta di ripasso di una qualsiasi materia.
Forse quest'anno scolastico mi ha talmente prosciugato che non ho nemmeno le forze di aprire di nuovo un libro.
Forse mi sto rifiutando inconsciamente di dare soddisfazioni a quegli elementi che tanto abusano del loro potere, i professori.
Forse il resto della mia vita mi sta talmente coinvolgendo da impedirmi di dedicarmi ad altro.
Forse sono stanca, distrutta e psicologicamente debole.

Forse...


Pochi passi compie il tacco della confusione, inciampato da una serpentina speranza che poco a poco l'ammutolisce.
Il pavimento in cristallo risuona i colpi sordi, precisi, vitrei, di quell'infida sensazione che s'insinua con decisione nel mio cuore.

Ma quel sibilare, quel sibilare attento che interrompe il ticchettare, da chi verrà messo a tacere?
...
Da un aquila, di passaggio. La Coscienza.

Everybody Here Wants You.



Sola. Strano ma vero, sono sola in casa dopo secoli. Certo, i nonni sono ai piani superiori, ma oggi non si sono fatti vedere. Occupati come sono a piantare pomodori e a giocarsi l'ultima partita ( che, caso vuole, caratterizza il nominativo di tutte le loro giocate ) a carte, non avranno nemmeno pensato a me. Ed è una situazione che maledettamente mi rilassa. Sto ascoltando Jeff Buckley, una delle voci più meravigliose della storia. Pensare alla sua squallida fine mi rattrista, mi rabbuia: mi fa meditare su quanto sia ingiusto il mondo. Non che in questi giorni io sia tanto solare, anzi. Ieri sera concerto alle Dolci Terre di Novi, un vero e proprio disastro. Che stia iniziando a perdere colpi? nemmeno questi interventi sono più tanto carichi di emozioni come i primi, il mio cervello si sta pian piano rifiutando di produrre qualcosa di accettabile . Io che amo tanto scrivere, e che amo allo stesso modo leggere e rileggere i miei lavori, mi rendo ogni giorno sempre più conto che questi lavori stanno andando scemando. Sia come numero, evidentemente molto minore, sia come stile. Non vado più a ricercare strani effetti sentimentali, le parole non mi scivolano più direttamente dal cervello alle mani. Ho bisogno di pensare, prima di scrivere, per non rischiare di buttare giù vere e proprie castronerie. A parer mio il mondo si sta ribellando su di me, sta sfogando tutto il suo odio per il genere umano su di me. Oppure, se vogliamo vederla più teologicamente, Dio o chi per lui mi sta percuotendo con pressioni psicologiche per le mie ripetute e spontanee bestemmie di un tempo. Ho smesso pure di bestemmiare, anche quando è realmente il caso. La superstizione si sta impossessando di me. Sto perfino covando un certo timore per i gatti neri, che ho sempre adorato. C'è sempre meno silenzio attorno a me: ciò implica un vero e proprio cambiamento. Non so se per la mia vita o per la vita di tutti. Ma qualcosa sta cambiando.

Stress.

Quando il mal di schiena ti coglie all'improvviso, così, come un fulmine a ciel sereno [o come il cavolo a merenda?], e quando il mal di testa ti fa da compagno, sempre e comunque, anche dormendo.
Si, sei stressato.
Quando appena mangi qualcosa di più ti viene tanta nausea da portarti al vomito, quando anche solo la pubblicità di qualcosa alla panna ti devasta allo stomaco.
Si, sei stressato.
Quando ti metti sui libri di scuola, con tutte le migliori intenzioni e studi a più non posso, quando il giorno dopo vai a farti interrogare e guadagni al massimo un cinque stirato.
Si, sei stressato.
Quando un "no" del tuo ragazzo ti fa piangere.
Si, sei stressato.

Finirà o no, questo delirio?
Finirà o no questo martirio insopportabile?

Domenica suono di nuovo. Le Minigonne hanno successo, ormai. Ma poco fa, se non aumentare ancora di più il mio stress. Adoro suonare, è una delle poche cose che mi fa sorridere.. Ma ora no. Ora è troppo. Basta. Se l'anno della maturità è così per tutti, non capisco come facciano TUTTI a sopravvivere.


ritorno

Ed eccomi qui a riscrivere, dopo quasi un mese. Ma infondo reputo superfluo scrivere se la volontà è nulla o se non ci sono sentimenti da trascrivere, sensazioni, debolezze. E per dimostrare che sono un essere umano, sto di nuovo per esprimere quella sensazione vorticosa che mi attraversa le viscere e che tanto mi da fastidio. Avrei voglia di uscire dalla porta di casa e urlare, con tutta la forza che ho in corpo. Ma non lo faccio, per pudore, per vergogna, per semplice pigrizia. Non lo so, insomma. Il punto è che continuo a tenere tutto dentro e a sembrare antipatica al mondo, ma altro non posso fare che ingoiare, ingoiare. Dire che non sopporto il mondo attorno a me è banale: già un paio di volte ho accennato a questo mio sentimento e continuerò a farlo chissà per quanto. Ma è una situazione intollerabile. Fanculo. Già, fanculo a tutte le mie compagne, esserini bipedi ed insopportabili, con una bocca messa al posto sbagliato e aperta sempre a vanvera. Basta. Domani suono. Giusto per chiudere in meraviglia la settimana.

2/3/'08


Quando una domenica può trasformarsi in un paradiso.
Quando un argomento di lite diventa ispirazione per stare meglio.
Quando capisci che senza di lui quella giornata non sarebbe esistita.
Quando capisci che un suo bacio può valere più di mille parole.
Quando capisci che ridere solo ed esclusivamente per il gusto di farlo è bene.
Quando conosci persone vere e ti senti un pò meno sola.
Quando sai che quella giornata non tornerà mai più.
Quando respiri la stessa aria di altre 3 mila persone e ti sembra che sia l'aria più pulita che tu abbia mai respirato.
Quando ti siedi a terra e tutti ti imitano, sorridendo.
Quando ti volti verso di loro mentre gli altri suonano e al tuo saluto loro rispondono.
Quando corri verso il banco delle magliette e ti devi far prestare 3 euro perchè i soldi non ti bastano.

Diavolo, che fantastica storia la vita .




Solo se Conviene


Il diabolico scorrere del tempo fa si che le ferite più profonde si chiudano, come cicatrizzate da magma bollente che prima distrugge e poi fortifica.
Sono passati due giorni da quella litigata furibonda, e lui è tornato, senza chiedermi scusa ma si è fatto sentire. Un passo per volta riusciremo a
sfiorare qualcosa di simile a qualcosa di bello, come è già successo in passato ma come ho paura non succederà più.
Nel frattempo ho intascato un voto
accettabile di letteratura e il mondo intero sta diventando intollerabile ai miei occhi.
Quindi mi chiudo qui, in quel che in realtà chiuso non è, a scrivere di botto tutto quello che mi passa per la mente, ad ascoltare canzoni malinconiche e a premere con velocità i polpastrelli sulle lettere della tastiera. E scioccamente tutto ciò che di triste attraversa le mie vene cessa di esistere, quasi non ci fosse mai stato. Quanto può essere bella una giornata di nebbia a volte, quanto può essere bello ogni soffio di vento, quel venticello leggero che ti spettina appena ma che ti dona quel profumo tanto dolce e primaverile. Uccidi ma non vuoi morire. Che muoia dunque la noia, che muoia la routine che mi spezza le gambe, che muoia il mio male di vivere, che muoia la mia pigrizia, che muoiano i silenzi tanto odiosi e che tanto mi fanno soffrire.
Che muoia l'Alice sorda, l'Alice che non vuole combattere, l'Alice rinunciataria.

Ci riuscirò, questa volta?

Forse

Sono assillante nei confronti di questo sito.
E ringrazio quel Dio che non c'è di non avere lettori.
Due interventi al giorno, mi passerà prima o poi la smania di scrivere.
Oggi un'altra telefonata, più
inutile di quella di ieri sera. E' servita soltanto a farmi piangere di nuovo, a farmi bagnare con qualche gocciolina salata il librone di letteratura.
Non sono capace a scrollarmi di dosso le brutte parole ed i
brutti pensieri. Ma ancor meno so fare spallucce all'indifferenza. E' l'arma del diavolo l'indifferenza. Fa più male di uno schiaffo, fa più male di un insulto, fa più male di un addio. Mi sento impotente di fronte a certe situazioni. Certe notti guardo fuori dalla finestra e la luce della Luna mi sembra così lontana da far spavento. Altre notti la riguardo e mi trovo a sognare di saltare contando i passi su quella superficie bianca e butterata, che i bambini vedono come formaggio. Forse avrei bisogno di fuggire da qui, da questo caos calmo che è la mia vita. Forse dovrei prendere a braccetto la mia anima e correre, correre.. Forse dovrei parlarle, descriverle come in verità mi sento. E dirle di lasciarmi un pò in pace.

Sono le due e mezza, sono a casa, con mia madre che smanetta freneticamente in cucina senza un motivo apparente.

Il silenzio comunque regna sovrano, nonostante la tv accesa e la musica di mio padre che suona imperterrita. Ho una strana idea di silenzio, lo ammetto. Ma questo è il silenzio che preferisco.

La mattinata di oggi è stata a dir poco angosciante, e sembrava essere infinita. La voce dei professori era particolarmente pesante, cadenzando sempre in toni fastidiosissimi per il mio cervello stanco. Il cellulare vicino tutto il tempo, in attesa.
Ma tutto quello che ho sentito è stato soltanto sconforto, ancora tanto tantissimo sconforto.
Pensavo fosse semplice, pensavo si sarebbe risolta, e invece no. Siamo punto a capo, se non per l'inversione dei ruoli, il solito fastidiosissimo scambio di posizioni [ o "giramento di frittate"] che caratterizza il nostro rapporto.

Ora sei tu l'arrabbiato. Ed è una cosa che non riesco a mandare giù.

Cerchi in tutti i modi di farmi sentire in colpa per qualcosa che non ho fatto, e ci riesci, con il tuo grande carisma, con il tuo modo così fottuto di parlarmi.

E, come al solito, vincerai. Non ce la faccio più.
Sono stanca, stremata, il cervello mi esce dalle orecchie a suon di pulsare, IO TI AMO ma non resisterò a lungo.

Ho appena finito di litigare col mio ragazzo al telefono.

Sta volta sono arrivata davvero vicina alla parola fine.
Scrivo qui perchè nessuno sa di questo blog.. E voglio che continui ad essere così.


Ora ho solo voglia di spaccare qualcosa in testa a quel rozzo ragazzino, di urlargli in faccia quanto mi ha fatto arrabbiare stasera e quanto lo amo, allo stesso tempo.


Mi trovo al pc, con gli occhi rossi e gonfi, in attesa di calmarmi ed in attesa di sentire i miei muscoli tornare nella normalità, tornare i soliti muscoletti sgonfi e flosci di sempre.


Sono maledettamente disordinata, ancora vestita come lo ero stamattina, sapendo perfettamente che su di sopra mi attende la lezione di pedagogia.
Ma non ci riesco proprio, adesso.
Non pensavo che il mio cervello potesse arrivare all'esasperazione, come è successo ora.


Pensavo di essere così paziente e buona da non arrabbiarmi mai tanto per una cretinata simile.
E invece no. L'ho "deluso", e mi sono auto-delusa, schifosamente.
E non dite che vivo la mia vita felice, che non litigo mai con nessuno e che ho tanta grinta con cui affrontare tutto.
Io sono più floscia del 90 per cento dell'umanità. Non riesco ad esprimermi. Non riesco ad urlare a sufficienza. Mando giù, ingoio rospi in quantità esagerate, poi scoppio, ma senza riuscire ad esprimermi.


Troppo tesa, troppe urla, troppe lacrime.


Quindi un bel vaffanculo, amore mio.


Questa sera te lo sei proprio meritato.



"Ed è giusto oppure no capirne il senso etico?
Ingoio un rospo.. ingoio un rospo..."
verdena-logorrea

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Avete notato quanto è bello il silenzio ?
Dopo aver nuotato nel caos più infernale per sei ore di seguito, dopo essere tornata a casa su un treno sporco e squallido, dopo aver dormito a malapena un paio d'ore..
Il silenzio di casa, il grigio delle nuvole che si fanno spazio fra gli alberi, il respiro della nonna che riposa, il fruscio della ventola del computer.. Sono così perfetti da sembrare paradisiaci.



Ed ecco perchè ho creato questo blog: fuggire dal caos di tutti i giorni e rifugiarmi in quelle piccole sensazioni che spesso considero scontate.

Delle volte mi blocco immobile ad annusare l'aria, l'aria banale e un pò invecchiata della mia cameretta. E quel profumo, quel delicato profumo a cui solitamente non bado mi sembra così familiare da mettere i brividi.
Come farò senza quel profumo?
Prendo in mano la chitarra, strimpello qualche accordo qua e la, forse per negare a me stessa che dovrei invece studiare una stupida lezione su qualche foglio di carta sparso per lo zaino..
Ma mi perdo, in quel suono melodioso che produce la mia chitarra. Nemmeno attacco l'amplificatore, non ce n'è bisogno. Il suono è sufficientemente alto e allo stesso tempo sufficientemente intimo.

Sono stressata, in mondo gira troppo velocemente per me.
Un soffio fa eravamo poco tempo prima di Natale, ed insultavo Monica perchè cantava troppo "A Natale Puoi".. E ora Pasqua è alle porte; altri parenti, cioccolato, caos, e la tesina è ancora un miraggio.

Quando penso che a giugno dovrò affrontare la maturità, quasi svengo.

Forse è meglio tornare al profumo di camera mia e alle nuvole fra gli alberi.