Il diabolico scorrere del tempo fa si che le ferite più profonde si chiudano, come cicatrizzate da magma bollente che prima distrugge e poi fortifica.
Sono passati due giorni da quella litigata furibonda, e lui è tornato, senza chiedermi scusa ma si è fatto sentire. Un passo per volta riusciremo a sfiorare qualcosa di simile a qualcosa di bello, come è già successo in passato ma come ho paura non succederà più.
Nel frattempo ho intascato un voto accettabile di letteratura e il mondo intero sta diventando intollerabile ai miei occhi.
Quindi mi chiudo qui, in quel che in realtà chiuso non è, a scrivere di botto tutto quello che mi passa per la mente, ad ascoltare canzoni malinconiche e a premere con velocità i polpastrelli sulle lettere della tastiera. E scioccamente tutto ciò che di triste attraversa le mie vene cessa di esistere, quasi non ci fosse mai stato. Quanto può essere bella una giornata di nebbia a volte, quanto può essere bello ogni soffio di vento, quel venticello leggero che ti spettina appena ma che ti dona quel profumo tanto dolce e primaverile. Uccidi ma non vuoi morire. Che muoia dunque la noia, che muoia la routine che mi spezza le gambe, che muoia il mio male di vivere, che muoia la mia pigrizia, che muoiano i silenzi tanto odiosi e che tanto mi fanno soffrire.
Che muoia l'Alice sorda, l'Alice che non vuole combattere, l'Alice rinunciataria.
Ci riuscirò, questa volta?
Solo se Conviene
Pubblicato da alix ( si, di nuovo io. ) alle 14:39 0 commenti
Forse
Sono assillante nei confronti di questo sito.
E ringrazio quel Dio che non c'è di non avere lettori.
Due interventi al giorno, mi passerà prima o poi la smania di scrivere.
Oggi un'altra telefonata, più inutile di quella di ieri sera. E' servita soltanto a farmi piangere di nuovo, a farmi bagnare con qualche gocciolina salata il librone di letteratura.
Non sono capace a scrollarmi di dosso le brutte parole ed i brutti pensieri. Ma ancor meno so fare spallucce all'indifferenza. E' l'arma del diavolo l'indifferenza. Fa più male di uno schiaffo, fa più male di un insulto, fa più male di un addio. Mi sento impotente di fronte a certe situazioni. Certe notti guardo fuori dalla finestra e la luce della Luna mi sembra così lontana da far spavento. Altre notti la riguardo e mi trovo a sognare di saltare contando i passi su quella superficie bianca e butterata, che i bambini vedono come formaggio. Forse avrei bisogno di fuggire da qui, da questo caos calmo che è la mia vita. Forse dovrei prendere a braccetto la mia anima e correre, correre.. Forse dovrei parlarle, descriverle come in verità mi sento. E dirle di lasciarmi un pò in pace.
Pubblicato da alix ( si, di nuovo io. ) alle 20:45 0 commenti
Il silenzio comunque regna sovrano, nonostante la tv accesa e la musica di mio padre che suona imperterrita. Ho una strana idea di silenzio, lo ammetto. Ma questo è il silenzio che preferisco.
La mattinata di oggi è stata a dir poco angosciante, e sembrava essere infinita. La voce dei professori era particolarmente pesante, cadenzando sempre in toni fastidiosissimi per il mio cervello stanco. Il cellulare vicino tutto il tempo, in attesa.
Ma tutto quello che ho sentito è stato soltanto sconforto, ancora tanto tantissimo sconforto.
Pensavo fosse semplice, pensavo si sarebbe risolta, e invece no. Siamo punto a capo, se non per l'inversione dei ruoli, il solito fastidiosissimo scambio di posizioni [ o "giramento di frittate"] che caratterizza il nostro rapporto.
Ora sei tu l'arrabbiato. Ed è una cosa che non riesco a mandare giù.
Cerchi in tutti i modi di farmi sentire in colpa per qualcosa che non ho fatto, e ci riesci, con il tuo grande carisma, con il tuo modo così fottuto di parlarmi.
E, come al solito, vincerai. Non ce la faccio più.
Sono stanca, stremata, il cervello mi esce dalle orecchie a suon di pulsare, IO TI AMO ma non resisterò a lungo.
Pubblicato da alix ( si, di nuovo io. ) alle 14:29 0 commenti
Sta volta sono arrivata davvero vicina alla parola fine.
Scrivo qui perchè nessuno sa di questo blog.. E voglio che continui ad essere così.
Ora ho solo voglia di spaccare qualcosa in testa a quel rozzo ragazzino, di urlargli in faccia quanto mi ha fatto arrabbiare stasera e quanto lo amo, allo stesso tempo.
Mi trovo al pc, con gli occhi rossi e gonfi, in attesa di calmarmi ed in attesa di sentire i miei muscoli tornare nella normalità, tornare i soliti muscoletti sgonfi e flosci di sempre.
Sono maledettamente disordinata, ancora vestita come lo ero stamattina, sapendo perfettamente che su di sopra mi attende la lezione di pedagogia.
Ma non ci riesco proprio, adesso.
Non pensavo che il mio cervello potesse arrivare all'esasperazione, come è successo ora.
Pensavo di essere così paziente e buona da non arrabbiarmi mai tanto per una cretinata simile.
E invece no. L'ho "deluso", e mi sono auto-delusa, schifosamente.
E non dite che vivo la mia vita felice, che non litigo mai con nessuno e che ho tanta grinta con cui affrontare tutto.
Io sono più floscia del 90 per cento dell'umanità. Non riesco ad esprimermi. Non riesco ad urlare a sufficienza. Mando giù, ingoio rospi in quantità esagerate, poi scoppio, ma senza riuscire ad esprimermi.
Troppo tesa, troppe urla, troppe lacrime.
Quindi un bel vaffanculo, amore mio.
Questa sera te lo sei proprio meritato.
Ingoio un rospo.. ingoio un rospo..."
verdena-logorrea
Pubblicato da alix ( si, di nuovo io. ) alle 21:27 0 commenti
.
Dopo aver nuotato nel caos più infernale per sei ore di seguito, dopo essere tornata a casa su un treno sporco e squallido, dopo aver dormito a malapena un paio d'ore..
Il silenzio di casa, il grigio delle nuvole che si fanno spazio fra gli alberi, il respiro della nonna che riposa, il fruscio della ventola del computer.. Sono così perfetti da sembrare paradisiaci.
Ed ecco perchè ho creato questo blog: fuggire dal caos di tutti i giorni e rifugiarmi in quelle piccole sensazioni che spesso considero scontate.
Delle volte mi blocco immobile ad annusare l'aria, l'aria banale e un pò invecchiata della mia cameretta. E quel profumo, quel delicato profumo a cui solitamente non bado mi sembra così familiare da mettere i brividi.
Come farò senza quel profumo?
Prendo in mano la chitarra, strimpello qualche accordo qua e la, forse per negare a me stessa che dovrei invece studiare una stupida lezione su qualche foglio di carta sparso per lo zaino..
Ma mi perdo, in quel suono melodioso che produce la mia chitarra. Nemmeno attacco l'amplificatore, non ce n'è bisogno. Il suono è sufficientemente alto e allo stesso tempo sufficientemente intimo.
Un soffio fa eravamo poco tempo prima di Natale, ed insultavo Monica perchè cantava troppo "A Natale Puoi".. E ora Pasqua è alle porte; altri parenti, cioccolato, caos, e la tesina è ancora un miraggio.
Quando penso che a giugno dovrò affrontare la maturità, quasi svengo.
Forse è meglio tornare al profumo di camera mia e alle nuvole fra gli alberi.
Pubblicato da alix ( si, di nuovo io. ) alle 15:14 0 commenti