Teatro. Immagine divertente, di una compagnia decisamente unita, decisamente laboriosa e con tanta voglia di impegnarsi, che segue con attenzione i consigli della tuttofare-regista.
Divertente, quasi malinconica, che mi fa sorridere con un velo di tristezza negli occhi, quasi come se ciò che è rappresentato in quell'immagine sia l'unico espediente per vivere più tranquillamente.
Non so, è quasi come se quel gruppo di persone sia una seconda famiglia, o qualcosa di molto simile.
Ho imparato ad apprezzare tutto, e dico tutto, di ogni singolo personaggio che partecipa, pregi, difetti, incertezze, sorrisi. Sperando che la situazione non scivoli mai di mano ( anche se ho paura che sia già scivolata da un bel pò ).
Non riesco a studiare, non riesco a concentrarmi, non riesco ad avere pensieri 'felici', 'rilassati', 'tranquilli', quasi come se avessi un animaletto insopportabile dentro le orecchie che mi fa
pensare solo e soltanto ai miei problemi, per quanto essi possano essere stupidi o di poco valore.
Giuro, che vorrei sorridere di una battuta idiota, vorrei apprezzare i piccoli gesti, vorrei vedere il mondo con un occhio più positivo. Ma non ci riesco.
Dovrei scavare dentro di me, trovare quel desiderio che ho represso così a lungo, ed estirparlo, farlo mio, farne una vera e propria ragione di vita. Ma per fare ciò devo circondarmi di persone che questo desiderio già ce l'hanno, ben caldo, vivido, luminoso, dentro di loro.
Si legge negli occhi delle persone, questa luce. E l'ho trovata davvero raramente. L'ho intravista, raramente.
Quindi me ne sto qui. Vivendo la mia vita banale, in questo mondo banale, osservando dal basso quelle poche persone che sprizzano energia e allegria da tutti i pori, con un velo di invidia ma con tanta ammirazione. Troppa, ammirazione.
[ perchè l'ammirazione può spesso trasformarsi in paura, paura di fallire. paura di spingersi oltre a quello che si ha già, limitandosi a sognarlo e a riderci sopra. si prova a fare spallucce, a dire 'non mi interessa'. ma non ci si riesce. quindi si continua a vivere con il dubbio, con una sofferenza sottile ma cronica, in attesa di nulla, o forse di tutto. ammirando. ]
tredicigiugnoduemilanove.
Pubblicato da alix ( si, di nuovo io. ) alle 14:43
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commenti:
Link dopo link sono capitato qui(nk)! Un saluto era d'obbligo, bel blog! Questo gruppo di persone piace molto anche a me, da "forestiero" sto diventando arquatese anche grazie a voi! Un abbraccio.
Posta un commento