Adiòs, blogspot.

Piccoli Pensieri di una Piccola Iena chiude i battenti.

Perchè c'è gente al mondo che non coglie il vero significato di quello che scrivo.
C'è gente al mondo che non capisce che questo blog era solo una valvola di sfogo, e che nella mia vita ci sono anche tantissime cose positive.
E' ovvio che questo blog sembrava di una disperata che sa solo piangersi addosso. Ma non è così. Io scrivevo soltanto quando avevo bisogno di farlo. Punto. Come ho già detto in passato, non ci avrei mai scritto cose felici. Non ne trovavo il senso. Le cose felici le tengo per me e le custodisco con gelosia.

Quindi un grazie alla gente ignorante.


Attenzione attenzione : intervento incredibilmente depresso in arrivo. Se non avete voglia di subirvi le lamentele e i piagniucolii di una vent'enne, c'è una simpatica " x " rossa in alto a destra. Ecco, premetela.

Dunque, voi direte. Che diavolo è successo ?
La risposta è semplice, niente. Soltanto sono rimasta scossa da una riflessione, una semplice riflessione, che mi ha rivoltato negativamente la giornata.
Ho incrociato con lo sguardo la mia immagine, in una colonna riflettente dell'Iper. E devo ammettere che è da lì che è partito tutto.
No, non il mio aspetto fisico. No, non il sudore. No, non le occhiaie ed il viso struccato. Queste cose non mi hanno minimamente colpita. Sono rimasta impressionata dalla mia solitudine. Ero completamente sola, con il gelato in mano, ad osservare le vetrine del centro commerciale più triste del mondo. Io, solo io. Nessun'altro era abbandonato a se stesso com'ero io, nessun'altro aveva quel velo di tristezza negli occhi che io avevo.
Mi sono intenerita di fronte a me stessa. Anzi, a dirla tutta, mi sono impietosita di fronte a me stessa. Non avevo mai visto un'Alice così spompata e priva di vita.

Che due emeriti coglioni.

Va bene così...

Tre giorni di silenzio, forse più.
Perdo completamente la concezione del tempo, percepisco soltanto ciò che più mi interessa. Sono completamente estranea a tutti i silenzi inaspettati, a tutti gli avvertimenti che mi fanno venire un groppo allo stomaco. Perchè non capisco il motivo per cui agli altri situazioni del genere non si presentano mai, o se si presentano vengono velocemente risolte.
Forse bisogna arrendersi all'evidenza, bisogna smetterla di combattere per quello in cui si crede e "conformizzarsi" in qualcosa di tremendo ma "giusto" per il mondo che ti circonda.
Perchè " di solito non è così ", e allo stesso modo non dovrebbe essere così per me.
Ma, che strano, io sono sempre rimasta così attaccata ai miei ideali.

La capacità di alzare le spalle e dire " va bene così ". Quella mi manca veramente.
" Va bene così, un'amicizia fondata sulla convenienza, ma quando va bene amiche forevva, altrimenti vaffanculo. E mi trovo qualcun'altro che possa sostituirti, e così via. Va bene così, non devo volere troppo bene alle persone."
" Va bene così, ho 20 anni, ho gli ormoni che vanno per i fatti loro e allora seguo gli istinti del mio organismo, perchè bisogna sempre dare retta alle richieste del nostro corpo [cit.]. Va bene così, non devo volere troppo bene alle persone. "
" Va bene così, non devo ascoltare le urla di mia madre. Questa è la mia vita, e devo viverla giorno per giorno. Darle retta è un inutile spreco di forze. Va bene così, non devo volere troppo bene alle persone."
" Va bene così, primo anno di università andato a rotoli, che si inculi. Tanto ho tutta la vita davanti, posso benissimo recuperare. Cambio, se non va bene cambio un'altra volta. In culo gli obblighi. Va bene così, non devo volere troppo bene a me stessa. "

Per piacere, mi devo spersonalizzare.
Basta. E' l'ora che la gente la finisca, di stressare.
Io ci tengo alle amicizie. Diavolo, sono così gelosa di quello che ho. A volte rischio di perderlo, ma appena me ne rendo conto mi faccio in quattro per riaverlo.
E poi, stramaledetti sentimenti. Che poi, "storia seria" non vuole assolutamente dire puntare al matrimonio. Soltanto fidarsi l'uno dell'altro e volersi minimamente bene.

Diavolo, perchè la gente non mi capisce ?

19/08 [ ormai 20 ]


Devo finir di colorare il mondo che vorrei abitare

Un giorno, che piove, disegnerò sale
Con l'acqua del cielo mi farò il mare
Nascerà la sabbia per farci un altare
dove solo gli amici ci verranno a sposare.
Luna piena di gomma e falò
Con la faccia da mostro ti abbraccerò
Poi disegnerò una casa che sia grande da abitare
... che da davanti viene male.
Fermo il tempo
e il disegno dirà
... baciami

Innamorata dell'amore, bisognosa d'affetto ma così
orgogliosa da negarlo fino alla morte. Sola.

17 agosto [ e tre. ]

Perchè io non credo nelle contraddizioni.
Perchè io penso che i sentimenti contrastanti possano esistere, ma che l'opportunismo sia troppo facilmente raggiungibile.
Io credo che la falsità sia straordinariamente frequente, che le persone siano capaci di essere tanto sincere quanto bugiarde, e che chi apprezza la semplicità, chi vede solo il buono degli altri, finisca sempre per pagare le conseguenze scatenate da comportamenti altrui.
Credo che il mondo sia difficile, che le persone siano così affascinanti nella loro varietà, ma che quando si è convinti di andare in una direzione e ci si ritrova tutto capovolto, non valga più la pena di tentare di capire.

Guardo fuori dalla finestra. " Le stelle ! " penso. Quest'anno soltanto una
volta ho poggiato il mio deretano all'esterno con l'intenzione di guardare le stelle cadenti, e quella stessa sera dopo qualche minuto il tempo è cambiato in qualcosa di più tetro di un film di Tim Burton. Tristezza. Sono riuscita a "rubare" una Stella Cadente, di striscio, con lo sguardo perso e lasciandomi scappare l'opportunità di esprimere un desiderio.
Effettivamente, sono anni che ci penso. Credo che inevitabilmente un desiderio espresso nel momento esatto in cui la Stella "cade" venga esaudito. Questo perchè l'istante è talmente breve da impedirci di pensare ad altro che non sia sua bellezza, il suo candore e la sua atmosfera. E che il desiderio vada a farsi fottere.
Comunque, per tornare all'inizio di questo paragrafo, quest'anno non ne ho viste più di una. Forse perchè aspettavo di andare fuori casa, forse perchè ogni sera che tentavo di mettere il muso fuori era nuvoloso, o forse perchè mi manca l'umore giusto per affrontare una serata all'insegna della meditazione.

Pensare troppo fa male, lo ribadisco.
E, cazzo, questo è il terzo intervento in una giornata.

Mi sto iniziando a stufare.

BOOOOM.
Mi è scoppiato un bel sacco di merda in faccia.
Di nuovo.


Tornata ora a casa, ancora in preda all'emozione.
Mi ci voleva una serata così, dopo la rassegnazione distruttiva che mi ha folgorata e posseduta in questi giorni.

Outlet, paesaggio a dir poco inadatto per un concerto del genere, ma comunque luogo di diverse manifestazioni jazz, da 5 anni a questa parte.
A dire il vero sono partita da casa già con un sorriso in più rispetto al solito, già sapevo che non mi avrebbero delusa, già immaginavo il mio stupore [che, se immaginato, tanto stupore non è] nel vedere, anzi, nel sentire quel "gruppo" [gruppo è riduttivo, si intenda] suonare con così tanta passione.
Violino, violoncello, contrabbasso, sax [ di ogni genere e tipo ] e voce, una voce così perfetta da fare spavento, hanno rappresentato magnificamente le maggiori opere del grande contrabbassista Mingus, intervallando la musica alle parole, magnificamente interpretate dalla cantante principale.
Questo intervento sembra più una strana recensione di un altrettanto strana rivista musicale, senza dubbio, ma le emozioni che ho provato non sono certamente descrivibili attraverso le parole. Soltanto essendoci, soltanto scoprendo suoni che prima ci si chiedeva come venissero prodotti, soltanto vedendo i movimenti del sassofonista così impegnato nei suoi soli, ci si può immedesimare.

Decisamente felice, senza dubbio, decisamente soddisfatta, seppur il periodo non sia fra i migliori, decisamente rincuorata da quella musica sublime. Ma domani mattina sarà lo stesso. Sarà la stessa vita triste.

Chissà. Per ora resto fissata con la mente e con l'anima ai Quintorigo, alle emozioni di questa sera. Magari sarò così fortunata che domattina le sentirò ancora.

[ Post ridotto all'osso, eccome ]

8/8

" Non vuol dire mica lavorare in miniera 10 anni "

Uno sputo in un occhio. Ecco, l'unica reazione plausibile ad una provocazione del genere, a quelle parole così inutilmente e forzatamente serpentine, prodotte da una bocca che deve proprio stare solo che chiusa.
Tutto perchè ho detto di no a mia sorella, ad una 'data' propostami in quel di Gavi, il 13 di questo mese. Ho preferito rifiutare, logisticamente parlando, a nostro vantaggio: sarebbe stato un tour de force non indifferente, viaggiare, guidare, e la sera andare a suonare di nuovo, per poi ripartire presto il mattino dopo.
Ma no, questo non è di certo come lavorare in miniera, dovremmo essere solo che felici.
Ecco il nervoso impossessarsi di nuovo delle mie mani, ed ecco come unica soluzione sfogarmi sul computer, dato che quella là occupa il piano di sotto come ogni santo giorno. Basta, sono stanca di farmi sovrastare da vecchie isteriche, non possono reputarsi così nettamente superiori solo perchè con qualche anno in più.
Nemmeno con il mio gruppo posso fare come voglio. Non ricevo ordini solo da mia madre, ma pure dalle sue amiche.
Tentata di tornare giù e tirarle un bel 'Vaffanculo' su quel muso rigido, così da tornare a scrivere con un peso in meno, senz'altro.

Ascoltando a ripetizione " Uprising ", la nuova canzone dei Muse, e godendomi ogni nota come se fosse una pastiglia di Valium. Ormai vivo in funzione del 4 dicembre, lo so, lo dico da giorni, lo ammetto con un groppo alla gola. Però è così.
Ricordo a malapena la stessa data di 3 anni fa, a Milano. Senz'altro è stato indimenticabile, senz'altro le sensazioni che mi scorrevano in vena ancora mi tornano alla mente, ed ancora mi passa davanti agli occhi la bellissima scenografia alle loro spalle, il calore fastidioso ma comunque accogliente di chi era vicino a me. A dirla tutta quando sono uscita dal Dachforum l'unico pensiero che mi attraversava il cervello era: io non dimenticherò mai nulla di tutto questo, è tutto perfetto.
E non è stato così. Tre anni dopo, eccomi di nuovo con lo stesso entusiasmo di chi non è mai stato ad un concerto, con il biglietto fra le mani che quasi mi provoca le lacrime. Ancora, guardo il calendario e segno tante "X" vicino al giorno passato, tengo il conto alla rovescia, meno novantaquattro al fatidico 4 dicembre.
Ed è ironico, senz'altro, il fatto che la data sia esattamente la stessa di tre anni fa. Mi sento come un esploratore temporale che ha scoperto, dopo anni di studio, la famosa macchina per tornare indietro fino ad una data prestabilita.
Non credo che il giorno stesso sarà così. Non sarà nulla come nel 2006. Ci sarà Marco, sì, come allora, ma non saremo soltanto io e lui, con un incredibile rimorso per aver lasciato mio padre fuori da solo. Questa volta nessuno sarà solo, tutti saremo assieme.
Palaolimpico, Torino. Nemmeno il luogo è lo stesso.
Riesco a malapena a non pensare a quella data tutto il giorno. Sono fissata, forse. Sono troppo fissata. Ma ho qualcosa per cui vivere con gioia. Ho qualcosa da attendere: ho un obbiettivo. Ho una data da raggiungere: e dopo non so cosa accadrà. So solo che il 4 dicembre sarà un giorno magico, di nuovo.

Ecco un intervento pieno di ripetizioni, pieno di emozioni fondamentalmente troppo infantili per appartenere ad una ventenne. Ma ecco un intervento sincero.


Sera. [ 7 agosto ]



Sospiro, tiro dentro tutta l'aria che mi circonda, quasi potessi prosciugare la stanza, quasi potessi rimanere sola con i miei pensieri, senza inutili distrazioni, senza quell'atmosfera un pò viziata che ormai mi fa sentire debole e priva di una qualsiasi iniziativa.
I grilli cantano imperterriti fuori dalla finestra, vorrei girarmi e poter soffiare talmente forte da farli volare via lontano, lontano dalla mia finestra, lontano dalla mia intimità.
Quello che mi circonda non aiuta la mia immaginazione, a dire la verità. Invece di essere un fervido spunto, è soltanto qualcosa di assurdamente negativo, di frastornante, quasi, tanto da farmi distrarre apocalitticamente.

Ho le labbra secche. Le labbra aride, morte, socchiuse ma quasi incapaci di aprirsi maggiormente. Di tanto in tanto le ammorbidisco, con la lingua, come se fosse utile. Come se potesse impedire di farle tornare tanto malate quanto prima. Chiudo gli occhi, immagino. Mi vedo distesa sopra un letto d'erba, all'ombra di un albero alto più o meno 4 volte più di me, con al mio fianco una chitarra acustica, silenziosa, ma così soave nelle sue forme. Non sono sola, so che c'è qualcun'altro con me: qualcuno che sa come comportarsi in mia presenza, sa come farmi stare bene, e nello stesso modo sa che in quel momento voglio solo e soltanto stare sola con me stessa, a godermi il profumo del prato verde, ed il tatto morbido dei molteplici fili d'erba. Quasi sorrido: un fiorellino mi sfiora la gamba destra, mi solletica appena, una minuscola margherita, così gioiosa di stare al mondo e di rivolgere il suo giovane sguardo al cielo.
Riapro gli occhi. Nessuna margherita, soltanto un angolo del lenzuolo malmesso scosso dall'aria che penetra viziata e rara dalla finestra. Il letto d'erba è soltanto il mio solito letto, disfatto, con il cuscino arrotolato grossolanamente sotto la guancia, mentre i miei occhi rassegnati sono attratti dalla luce del computer. La chitarra acustica c'è, è proprio lì, in piedi, ad osservarmi minacciosa. Non è rassicurante, ma minacciosa. Sono sola: a parte il suono dei soliti, monotoni, grilli e la televisione accesa al piano di sotto, niente di niente. Guardo il cellulare. Le 22 e 08. Altro venerdì sera passato in casa, altri morsi allo stomaco nel vedere lo schermo del telefonino spegnersi poco dopo.
Mi lascio andare. Completamente 'sciolta', in balia della tastiera del pc, in balia di emozioni contrastanti che si fanno spazio fra le costole, per poi arrivarmi alla gola con prorompente violenza. Faccio fatica a trattenere la forza che mi farebbe distruggere i tasti, faccio fatica a trattenere una lacrima in risposta a quel sincero sorriso che prima, in preda all'illusione, si era quasi fatto strada fra le mie labbra secche.
Abbraccio il cuscino, mentre, con le gambe, sforzo così tanto i polpacci da farmi male. Ormai è l'unica forma di ginnastica che conosca.

Lunedì pomeriggio "parto", anche se per suonare e stressarmi ancora di più. Ma senza lo stress, la vita non ha diritto di essere. Poichè la mancanza di stress, comporta ancora più agitazione, ed ancora più stress di quello che si sarebbe creato normalmente.
Poichè quando non si ha niente da fare, la mente galoppa. La mente immagina: è il compito principale del nostro cervello, è la cosa più bella che ci differenzia dagli altri animali. L'immaginazione. E quando l'immaginazione prende il sopravvento, quando supera largamente la realtà, lo stress ritorna. E supera ogni livello immaginabile.

Perchè la mente umana, la mente di una donna, può raggiungere livelli di masochismo incredibili. Le sensazioni solo e soltanto immaginate, ci fanno stare bene nel momento stesso in cui vengono prodotte, ma crollano e ci fanno peggiorare quando si ritorna con i piedi per terra.


La chitarra, una coperta a terra, una cocinella sulla mano. Porta fortuna.
Il suo sorriso, il sorriso di Lui, di quel Lui che tanto bene ci si immagina così perfetto. Ed il sorriso di Lei. Quella persona che tanto ti rincuora quando hai bisogno, che è sempre presente quando sa di dover esserci, che ti aiuta, ti consola e ti ascolta.
" Vuoi una mela ? " chiede, impaziente, ma con l'espressione soave, estraendo da una borsona da mare una mela rossa e lucida. Io annuisco, con le mani vado ad accogliere quel frutto, sorridendo. Lui se n'è andato, non è nel mio campo visivo, ma non m'importa. Incredula guardo Lei, tenendo ancora fra le mani la mela, quasi l'avessi accettato solo per cortesia. " Ma dove sei stata fino ad oggi ? " chiedo, titubante, con la voce spezzata da una gioia commossa. Una foglia dell'albero cade sulla chitarra, producendo un suono tanto dolce quanto inaspettato. Onirico. Lei non risponde. Semplicemente si alza sulle ginocchia, si avvicina e mi abbraccia. Mi stringe forte, trasmettendomi tanto calore e tanta amicizia. Capisco, che Lei è la persona giusta. Che Lei è il pezzo mancante. Che è Lei, il vero sostegno di cui ho sempre avuto bisogno. La mela mi cade dalle mani. Lui ritorna, e mi scompiglia affettuosamente i capelli. Lei si allontana, di nuovo, raccogliendo la mela e porgendomela una seconda volta. Ora scuoto il capo. Non la voglio, non dopo quell'abbraccio. Mi corico. Di fianco a me la chitarra, e dall'altra parte Lui. Lei poco distante addenta una mela. Chiudo gli occhi. Li riapro : il poster di Sweeney Todd sulla parete, i grilli dalla finestra, buio.

F & D < ignorandoTI. >

Felice di essermi liberata di te,
Delusa dal tuo comportamento incredibilmente infantile,
Felice di essere più obbiettiva nei tuoi confronti,
Delusa di aver saputo le novità tramite un pc,
Felice di essere felice con me stessa,
Delusa da non poterlo essere stata con te,
Felice di aver conosciuto qualcun'altro,
Delusa dal fatto che quel qualcun'altro è ancora un pò lontano,
Felice di essere stata per un pò nella tua testa,
Delusa di esserci stata così poco,
Felice di aver visto il lato buono di te,
Delusa di aver vissuto con il prosciutto sugli occhi,
Felice di vivere la mia vita senza di te,
Delusa di vedere che te la stai spassando più velocemente,
Felice di guardare gli occhi di un altro e trovarci tanta gioia,
Delusa da non aver mai trovato quella gioia nei tuoi occhi,
Felice di non sentirti più,
Delusa dal modo in cui non ti sento più,
Felice di averti dimenticato,
Delusa dall'essere stata dimenticata.

Non c'è rabbia, non c'è dolore, non c'è ansia. C'è solo tanta tanta delusione. Decisamente più cosciente, con un pò di nutella in corpo, ti saluto voltando pagina con più gioia e più entusiasmo di prima. Sei Fuori dalla mia vita, adesso. Senza rimorsi.

Incerta.

Sul da farsi, sul fatto, sul fattibile, su quello che farò, sulla mia vita in generale.

Incerta perchè insicura, perchè incurabilmente invasa da inaspettabili incongruenze.
Navigando nella notte, nonostante i nidi di nitide noncuranze, novecento nostre nicchie create per nettificare la netta nebbia nevrastenica.
Sensibilmente stupida, sommersa da sensazioni sopprimibili solo con sentimenti snaturati, srotolati dal singhiozzare del sole, innaturale e sensazionale.
Tremendamente torrida, il tropicale tepore della terribile titubanza, tollerabile talvolta con tanti tiepidi tremiti.
Avanti avrò altro per arrendermi, asettici arredamenti asimmetrici, oppure altalenanti alienazioni acrobatiche.
Bella o brutta, bisticciando con la bile della biosfera, bossando su 'blob', barando a bingo, barcollando in un bar.
Ingrata, instabile, incertezza: insistendo in idee inopportune, incrociando idoli dimessi, istruendosi all'idiozia. Inequivocabile fallimento.
Largamente lesa, lodata dal lido della follia, lisa da lime lisce, libido limitata e repressa, limiti localmente estesi.
Esistenziale essenza, esiccata al sole, estirpata all'essere.

[ giuro, ha un senso. ]

Avrò.

Avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle
storie fotografate dentro un album rilegato in pelle ..

Che giorno è oggi ? Quasi non me lo ricordo. Credo sia lunedì, credo sia il 13 luglio. Mi guardo attorno e vedo soltanto disordine, soltanto rimasugli di nulla, rimasugli di qualcosa, di qualunque cosa. Fotografie appese all'armadio, al muro, ovunque. Mi fanno pensare ai 'tempi andati' seppure siano stramaledettamente vicini. Mi fanno sentire sola, mi fanno sentire incapace e soprattutto apatica, cosa che avevo disimparato ad essere.

.. avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare
schiuma di cavalloni pazzi che s'inseguono nel mare
e pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate ..

E, sola, è fondamentalmente quello che sono. Certo, sono circondata da gente che butta lì di volermi bene, di rispettarmi, di credermi una ragazza forte, fondamentalmente [perchè è stramaledettamente facile, sono tutti capaci, e dico tutti. A parlare, intendo.]. Ma, chissà come, quando ho voglia di andare da qualche parte sono sempre sola. Ed è divertente, perchè forse mi si stanno rendendo i vecchi 'favori', quando ero io quella troppo impegnata per dedicarsi alle presunte amicizie. Non è da me lamentarmi, non così inesorabilmente e continuamente. Ma qualcosa purtroppo dovrò ben fare.

.. avrai una donna acerba e un giovane dolore
viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore ..

Fralaltro, ho paura di incombere in sensazioni che vorrei evitare, ora come ora, ma che mi si avventano contro come se fossero tempeste o fiumi in piena. Sono una donna acerba, si, ed il giovane dolore so che sta per arrivare. Perchè sono un'irrecuperabile sentimentale, perchè mi piace vedere il lato perfetto delle persone, perchè so che ognuno di noi ha un lato buono. So che però è molto facile che venga represso da un qualcosa di altrettanto incontrollabile quanto le mie emozioni.

.. avrai avrai avrai
la stessa mia triste speranza
e sentirai di non avere amato mai abbastanza .

Ho paura. Ho paura di questa vita. Ho paura ad affrontare i pesi che comporta. Ho paura di non riuscire a prendere tutto con il giusto peso, ho paura di ridurmi ad un nulla, di non riuscire più a fare nulla, di non riuscire più a sentire niente. Non riesco ad immaginare il mio futuro come qualcosa di roseo o felice, non riesco a non vedere i sicuri lati negativi che si prospettano. Non riesco ad essere ottimista, in nulla, e quasi perdo la speranza. Più mi guardo attorno più vedo silenzio, più vedo tristezza, tutto il mondo mi sembra così complicato da fare schifo, tanto che, di nuovo, vorrei vivere in uno stramaledetto film.


avrai sorrisi sul tuo viso come ad agosto grilli e stelle
storie fotografate dentro un album rilegato in pelle
tuoni d'aerei supersonici che fanno alzar la testa
e il buio all'alba che si fa d'argento alla finestra
avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare
schiuma di cavalloni pazzi che s'inseguono nel mare
e pantaloni bianchi da tirare fuori che è già estate
un treno per l'America senza fermate
avrai due lacrime più dolci da seccare
un sole che si uccide e pescatori di telline
e neve di montagne e pioggia di colline
avrai un legnetto di cremino da succhiare
avrai una donna acerba e un giovane dolore
viali di foglie in fiamme ad incendiarti il cuore
avrai una sedia per posarti ore
vuote come uova di cioccolato
ed un amico che ti avrà deluso tradito ingannato
avrai avrai avrai
il tuo tempo per andar lontano
camminerai dimenticando
ti fermerai sognando
avrai avrai avrai
la stessa mia triste speranza
e sentirai di non avere amato mai abbastanza
se amore amore avrai
avrai parole nuove da cercare quando viene sera
e cento ponti da passare e far suonare la ringhiera
la prima sigaretta che ti fuma in bocca un po' di tosse
Natale di agrifoglio e candeline rosse
avrai un lavoro da sudare
mattini fradici di brividi e rugiada
giochi elettronici e sassi per la strada
avrai ricordi di ombrelli e chiavi da scordare
avrai carezze per parlare con i cani
e sarà sempre di domenica domani
e avrai discorsi chiusi dentro mani
che frugano le tasche della vita
ed una radio per sentire che la guerra è finita
avrai avrai avrai
il tuo tempo per andar lontano
camminerai dimenticando ti fermerai sognando
avrai avrai avrai
la stessa mia triste speranza
e sentirai di non avere amato mai abbastanza
se amore amore amore avrai

2 luglio.


Eppure stasera mi sarei aspettata di fare di tutto tranne che scrivere sul blog.
Strano ma vero, è così, avevo programmi. Sarei voluta uscire, anche con i lampi alle spalle, così per togliermi di qui e non pensare che domani devo andare a Faenza, un sacco controvoglia.
Ed invece no, buonasera. Sono distrutta, a pezzettoni grandi e fluorescenti, "spatasciata" sul letto con in braccio il notebook, a pensare e ripensare, a scrivere e riscrivere.
Oggi non ero nemmeno dell'umore giusto per potermi esprimere al meglio, ero addirittura allegra.
Ma, si sa, sono parecchio lunatica. Eqquindi eccomi qui con la lacrimuccia appesa per un filo, a guardare il cellulare che non suona, intervallandolo a sguardi malinconici fuori dalla finestra.

Vorrei, tanto, essere la fuori. Intravedo appena un campo verde, non so nemmeno io di che cosa. Ma quel campo mi ricorda una sensazione piacevole, spensierata, quasi potessi soltanto riesumandola tuffarmi in una marea di brividi, di carezze sospirate o angosciosamente attese.
Che, fondamentalmente, vuole dire esattamente la stessa cosa.

Ecco dunque che il problema sembra riaffiorare, sembra essere così palese, ma in realtà non è così. Sono certa esserci un VERO problema di fondo, coperto da quello apparente, che mi fa sembrare una bambinetta da quattro soldi [ che si " innamora " ogni due giorni, ciù ciù, bla bla ], cosa che in realtà non sono. Forse non è facile accorgersi che qui si parla proprio di un principio di pseudodepressione cronica, che si allarga piano piano masticandomi lentamente il cervello.
Sono forse troppo melodrammatica, pessimista, autolesionista, gnagni e tutto quello che vuoi. E ne sono perfettamente consapevole. Ma chi me lo fa fare di cambiarmi, di sforzarmi così tanto in modo da riuscire a vedere soltanto il lato positivo delle cose, e cancellare quel velo di tristezza che circonda ogni possibilità.

Mi sto ripetendo. Sto diventando maniaco-compulsiva.
Basta, zittitemi, mettetemi un bavaglio, una mela in bocca, tiratemi uno schiaffo, fatemi reagire. So benissimo che sono l'unica che può riuscirci, ma è triste vedere che quando hai bisogno d'aiuto l'unica persona disponibile sei soltanto te stessa.
E' come un continuo soliloquio, una specie di noiosa moina destinata alla conclusione più "normale", la pazzia.

E se così sarà, se davvero fra qualche anno sarò completamente impazzita, il mio cervello sarà degenerato e la mia capacità di ragionamento ridotta a zero, quando riuscirò soltanto a ridere per inerzia, gesticolando a caso per togliermi dalla mente alcune immagini, ecco, allora abbiate pena di me. Tanta.

Da poco, Primo Luglio.


' Non si può essere saggi a stomaco vuoto '.

Ho letto questa frase, poco fa, come stato personale nel myspace di Elisabetta. Mi ha fatto sorridere, c'è poco da fare.
Ed è una piccola e grande verità, in effetti. Quando si è a stomaco vuoto, è come se mancasse un sostentamento per permetterci di essere intelligenti, di ragionare, figuriamoci di essere saggi.
Sospiro, sorseggio ancora una volta dal bicchiere d'acqua fresca che sosta fedele alla sinistra del mio pc. Arriva una folata d'aria gelida, ma mi limito ad osservare la finestra aperta, senza alzarmi a chiuderla. La fisso. Forse è così che affronto la mia vita intera : fissandola.

Ma per essere saggi non basta un pasto abbondante. Purtroppo. C'è chi lo è, c'è chi non lo è, punto e basta.
Mi sono sempre considerata una persona sufficientemente saggia, forse un pò inconsapevole. Un pò tanto inconsapevole. Ma entrambe le cose possono essere utili, se ben dosate, soprattutto se ci si trova ad affrontare persone tutt'altro che sagge, che fanno ben presto a rovinarti la giornata.

Oggi, per la prima volta dopo tanto, mi sono trovata ad uscire da sola, forse semplicemente spinta dalla necessità. Ero convinta di morire chiusa fra quattro mura, dovevo respirare, dovevo semplicemente mettere il muso fuori casa. E così ho fatto, da sola.
Si, da sola, perchè Alice ha tanto bisogno di sfogarsi, ma lo fa soltanto con la nonna e la zia la sera tardi, perchè tutti gli altri hanno troppa fretta di sputarle in faccia i loro di problemi, senza avere un minimo di empatia, o semplice comprensione.
Quindi, dato che tutti provano tanto piacere ad essere ascoltati da me, così ho fatto pure io.
Tentar non nuoce, dicono gli anziani.
Quindi, eccomi in macchina, da sola, io e radio city, verso una meta inesistente, in giro. Semplicemente in giro.
Devo ammettere che il dialogo con me stessa mi ha fatto bene. Non mi sono data risposte, ma ho buttato fuori [dentro di me] tutto ciò che dovevo.

Questa situazione sta iniziando a diventare triste.
Però hanno ragione, gli altri, a confidarsi con me. In fondo.

PS : Sabato sera festa di compleanno. Sicuramente più divertente del previsto, certo. Ma particolarmente strana. Troppo strana.

Bum. [ da poco, 23 giugno. ]

Un giorno di questi scoppio, sul serio.
Ma proprio da fare tanto rumore, un 'kaboom' forte ed insopportabile, così che tutti mi odieranno, sarò completamente isolata dal mondo e dopo qualche giorno di sofferenza me ne farò una ragione.
Vivrò in solitudine, con un topolino di campagna, di quelli bianchi, che di tanto in tanto si fa accarezzare per ricordarmi vagamente come sono fatte le coccole, com'è l'affetto, com'è l'amore.
Non lo so, stasera vedo tutto nero.


Di Notte il Cielo senza Stelle è tutto Nero.
Così è il mio Cuore fino all'ultimo Pensiero.

ventungiugno!

Evvivaaa, non sono più una tin-eger! :D
Tanti auguri a me! u_u

UFFAAAAAAAAAAAA.

[ e ho detto tutto. ]

19giugno. [-2]



Alice si sta rovinando, si è già rovinata, sa già che la sua vita è destinata alla solitudo solo perchè non si sa comportare degnamente e soprattutto parla parla e parla ai quattro venti senza problemi, e deve imparare a serrarsi la bocca, perchè è abbastanza esplicita già di suo.
Perchè Alice sa mettersi in situazioni che non vorrebbe, sforna figuracce una dietro l'altra, tutto per le 'corde vocali che vanno da sole' o qualcosa di simile come dice Valeria.
Ormai ho dubbi su tutto, perfino sulla mia sessualità, sul mio essere un uomo gay [aspetta.. forse no... boh!] ho dubbi sulla mia scelta universitaria, sulla mia scelta di vita, sulla musica, sul canto, sulle amicizie e così via.
Che palle. Che noia. Sto sempre qua a lamentarmi, non mi va mai bene nulla, sono sempre delusa da qualcuno o qualcosa.
Forse è meglio che me ne stia in quello stadio di indecisione perenne, dove penso tanto ma non agisco [ lo stadio che sto attraversando tutt'ora ] che, voglio dire, non è poi così male. C'è sempre quel velo di tristezza, ma non di depressione da scompenso-rifiuto-silenzioassenso-cazzata-evvivayeah-essimili. Quindi, forse è meglio.

Evviva l'apatia! Evviva le sensazioni represse! Evviva gli ormoni repressi!
Daaaai, che va tutto bene!

PS : l'immagine non ha un significato preciso. Ma, cazzo, guardate quanto è bella.

tredicigiugnoduemilanove.


Teatro. Immagine divertente, di una compagnia decisamente unita, decisamente laboriosa e con tanta voglia di impegnarsi, che segue con attenzione i consigli della tuttofare-regista.
Divertente, quasi malinconica, che mi fa sorridere con un velo di tristezza negli occhi, quasi come se ciò che è rappresentato in quell'immagine sia l'unico espediente per vivere più tranquillamente.
Non so, è quasi come se quel gruppo di persone sia una seconda famiglia, o qualcosa di molto simile.
Ho imparato ad apprezzare tutto, e dico tutto, di ogni singolo personaggio che partecipa, pregi, difetti, incertezze, sorrisi. Sperando che la situazione non scivoli mai di mano ( anche se ho paura che sia già scivolata da un bel pò ).

Non riesco a studiare, non riesco a concentrarmi, non riesco ad avere pensieri 'felici', 'rilassati', 'tranquilli', quasi come se avessi un animaletto insopportabile dentro le orecchie che mi fa
pensare solo e soltanto ai miei problemi, per quanto essi possano essere stupidi o di poco valore.
Giuro, che vorrei sorridere di una battuta idiota, vorrei apprezzare i piccoli gesti, vorrei vedere il mondo con un occhio più positivo. Ma non ci riesco.
Dovrei scavare dentro di me, trovare quel desiderio che ho represso così a lungo, ed estirparlo, farlo mio, farne una vera e propria ragione di vita. Ma per fare ciò devo circondarmi di persone che questo desiderio già ce l'hanno, ben caldo, vivido, luminoso, dentro di loro.
Si legge negli occhi delle persone, questa luce. E l'ho trovata davvero raramente. L'ho intravista, raramente.

Quindi me ne sto qui. Vivendo la mia vita banale, in questo mondo banale, osservando dal basso quelle poche persone che sprizzano energia e allegria da tutti i pori, con un velo di invidia ma con tanta ammirazione. Troppa, ammirazione.

[ perchè l'ammirazione può spesso trasformarsi in paura, paura di fallire. paura di spingersi oltre a quello che si ha già, limitandosi a sognarlo e a riderci sopra. si prova a fare spallucce, a dire 'non mi interessa'. ma non ci si riesce. quindi si continua a vivere con il dubbio, con una sofferenza sottile ma cronica, in attesa di nulla, o forse di tutto. ammirando. ]

Beatles time.


Let me take you down, 'cause I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry Fields forever.

Living is easy with eyes closed, misunderstanding all you see.
It's getting hard to be someone but it all works out.
It doesn't matter much to me.

Let me take you down, 'cause I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry Fields forever.

No one I think is in my tree, I mean it must be high or low.
That is you can't you know tune in but it's all right.
That is I think it's not too bad.

Let me take you down, 'cause I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry Fields forever.

Always no sometimes think it's me, but you know I know when it's a dream.
I think, er No, I mean, er Yes but it's all wrong.
That is I think I disagree.

Let me take you down, 'cause I'm going to Strawberry Fields.
Nothing is real and nothing to get hung about.
Strawberry Fields forever.
Strawberry Fields forever.
Strawberry Fields forever.


[ ogni mio intervento ha un significato.
ogni parola che scrivo ha un significato.
anche citare un testo di una canzone, ha un significato.
non sottovalutatemi, please. ]

2 giugno. [ di già ? ]

Ho parecchio sonno, è mattina 'presto' e ho pochissima voglia di fare qualcosa di costruttivo per memestessamedesima. Non ci sono novità particolari da scrivere sul blog, apparte una serata a Mestre a dir poco distruttiva, mal organizzata e balle varie.
Stiamo preparando una nuova canzone, Zero in Amore della Cinquetti, che mi autodedico assolutamente.
Quindi, zeroinammoreammè, perchè mi comporto come le 13enni che si bloccano quando non dovrebbero, che si impappinano e non riescono a produrre un suono decente e/o una frase intelligente nel giro di ore ed ore. Bava copiosa, silenzio assenso, qualche minchiata generata dall'imbarazzo punto e basta.
Sono ritornata ai banchi di scuola, praticamente, e me ne vergogno un sacco. Io che pensavo di essere 'maturata'. Tsk.
Tutto li, alla fine. Nessuna novità, nessuna frase poetica. Solo tanta monotonia e tanto infantilismo, che si fa vivo sempre quando non si vuole.
E teniamocelo.

28_05_09

Ho il bisogno assoluto di parlare con qualcuno.
Qualcuno che mi capisca, e che non butti li giudizi a caso.
Qualcuno che abbia voglia di dirmi che non sto sbagliando tutto, e che ho il suo appoggio.
Qualcuno che mi accresca l'autostima, non che la distrugga.
Un sorriso, uno stupido sorriso. Ecco di cosa ho bisogno.

[ perchè ci si accorge, secondo per secondo, di essere finite in una situazione sbagliata, dove ci sono solo persone sbagliate nella loro perfetta giustizia, sono incredibilmente stanca di volere ciò che non posso ottenere, e di guardare le persone con l'occhio sbagliato. 'Non sono Ulisse, io, non so resisterle'. ]

gr.

Scrivi scrivi scrivi e scrivi.
Butta giù i tuoi pensieri con tutta la forza di cui sei capace. E' l'unico modo. E' l'unico modo.
Quasi piango dalla rabbia, rabbia immotivata, come sempre. Va tutto bene, sto bene sola, vivo bene in compagnia di me stessa [sicuramente non in tua compagnia].
Ma frigno come una stupida ragazzina, sempre e comunque, senza una ragione logica. Piango e basta, butto via tutte le mie emozioni così come se niente fosse, come se queste emozioni siano terribilmente importanti.
Diavolo.

21/o5/o9

Nuovo post, bottoncino azzurro vicino ad una mia foto tanto vecchia quanto d'effetto.
Sono le undici di sera, sono tornata poco fa dalle prove [ terza sera di fila, sto inziando a scoppiare ] ed ascolto i Garbage, quasi a volermi evolvere verso qualcosa di passato ma interessante, come a rivangare in qualcosa che non c'è più ma che tanto mi ha toccata.
E' strano come una persona possa cambiare da un giorno all'altro, o addirittura da un secondo all'altro, come succede a me stessa. Fino ad un'ora fa ero felice e saltellante, ora sono vicinissima alle lacrime, come se mi fosse successo chissà cosa di così triste. Ma facebook è l'arma di distruzione di massa più grande al mondo, se solo tutti sapessero usarla.
Non sto qui a specificare un bel niente, solo sono gelosa di un qualcosa che anche io vorrei, ma che non posso avere.
Ecco che arriva la canzone triste, ecco che i pensieri riaffiorano di nuovo alla mente, ecco che una lacrima si trattiene a stento fra le palpebre. Non credo sia possibile aver così poca voglia di fare, così poca iniziativa. Almeno, non credevo fosse possibile.
Disillusa, forse è la parola migliore per descrivere il mio stato d'animo attuale. Disillusa da tutto, da tutti soprattutto, disillusa dai miei stessi sogni che sono così veloci a crearsi tanto quanto a distruggersi. Ma, si sa, che la distruzione è più scoraggiante della creazione.
Riguardo qualche foto qua e la, sorrido, penso e ripenso. Invidio appena qualcuno, ma con un'invidia imparagonabile al vero 'vizio capitale', soltanto un sentimento di leggera ammirazione nei confronti di altri, ammirazione trasformata in una sensazione molto simile all'invidia. Ma che invidia non è.
Semplicemente vedo qualche situazione vicino a me, e vorrei trovarmi nella stessa identica situazione. E non ci sono per scemenza mia, degli altri. Non lo so.
Al piano di sotto c'è un'amica di mia mamma, che metodicamente compare tutte le settimane. Ed invidio un pochino anche lei, per questo motivo.
Vorrei avere un maggiore spirito di iniziativa, risposto solo e soltanto da iniziativa altrui.
Ho bisogno di una spinta, poi ci sono anche io.

2oo5o9

Sorrido, osservo più che compiaciuta il mio nuovo computerino, una sorta di figlio partorito dopo tante sofferenze.
Come meglio inaugurarlo, se non con un intervento fresco fresco nel blog ?
Poca fantasia, poche parole, tanto sconcerto. Questa sera prove full-time, a cui mi dedicherò maggiormente con lo scopo di migliorare la mia voce, per non buttare soltanto fuori aria ma a produrre suoni decenti, ascoltabili e, perchè no, belli.
Spero in una svolta, in un cambiamento: spero che con questa esperienza iovaleriavaleriaedio qualcosa migliori, dopo mesi, ed il teatro torni ad essere il mio svago maggiore, preferito.
Poco m'importa di quello che succede attorno a me, del 'resto'. A dire il vero poco mi importa anche di quello che sta succedendo a me, che continuo ad ignorare.
Fuori c'è il sole, mi dedico prevalentemente all'abbronzatura involontaria [si fa per dire] ed ignoro completamente lo studio, le amicizie, gli affetti o qualsiasi cosa vi somigli. Non lo so, non è il periodo.
Sono anche stata capace a farmi insultare, apparentemente in maniera completamente gratuita, poi rivelatasi una vera e propria ragione. ' Nemmeno fossi così figa da permetterti di toglierti gli sfizi ' . E non era questo, che volevo intendere. Di sfizi proprio non si parlava. Ma ormai sono stata capita così, me ne vivo nel mio mondo in cui sono sì 'figa' ma solo perchè ci sono io e soltanto io. Non mi dovrebbe importare cosa dicono gli altri di me, invece me ne importa eccome.
' Grasso è bello ', dicevano in HairSpray. Forse è così, forse no. Ma non voglio assolutamente parlare di nulla che riguardi anche lontanamente il mio aspetto fisico.

Piuttosto, ultimamente nel mio cervelletto sembra girare soltanto qualche mosca e qualche immagine sporadica, qualche ricordo qua e la che pensavo di aver rimosso e che invece è riaffiorato inesorabilmente, facendomi crollare nell'oblio più tremendo senza che io potessi ribattere. I ricordi non dovrebbero influenzare il futuro, credo. Ma a volte è inevitabile.
In poche parole, riecco qualche insicurezza della me adolescente, che ritorna a farsi vedere, facendo capolino di tanto in tanto.
E riecco la me un pò preoccupata per il suo futuro, un pò triste, appollaiata nella sua solitudine in un angolo della cameretta, attaccata al pc ma persa nei suoi pensieri.
Talmente persa nei suoi pensieri, che lo sguardo è attirato dal cellulare, immotivatamente, come se si accendesse più spesso del previsto. Quasi a sperare che ci sia una sorta di svago, in quel cellulare, che mi porti via dalla monotonia quotidiana.

Mattina. [ 18/o5/o9 ]

Non capisco perchè tutto gira all'incontrario.
Mi sembra di vivere uno di quei film dove per sbaglio ci si ritrova catapultati in una dimensione differente, lontana e sconosciuta. Eccomi qui, dunque, a girare a vuoto in questa condizione, senza sapere da che parte andare, davanti ad un bivio senza alternative, bivio che, senza dubbio, cela altri mille e mille bivi.
Diamine, non sta andando tutto male, sta andando tutto all'incontrario.
Che faccenda inquietante.

Ieri abbiamo suonato alla festa del Borgo, ho visto tante, troppe, facce conosciute e basta.
Nessuna novità, nessuna.
E' stato un susseguirsi di non-sense, anche questa volta. [ Quasi come ad Acqui. Se mi fosse presa a fuoco la giacca presumo che l'avrebbe superata, come serata ]
Però mi sono accorta di poter fare immotivatamente paura alla gente, e potrei sfruttarlo.
[ 'La prossima volta guarda con aria di sfida e lecca la paletta della chitarra' cit. Helmy ]

Comunque non lo so. Prendo positivamente il periodo, che sta rivelando un sacco di sorprese, con le mini sta andando tutto a meraviglia. Il destino ci è a favore, forse.

PS : la mia citazione di qualche intervento fa è stata soltanto uno spunto di riflessione.
Sinceramente la curiosità mi sta divorando. Ma grazie di tutto.

sedicizerocinqueduemmilannove.

Il raffreddore è quella minuscola ciliegina che si posa delicatamente sulla torta, e, per uno strano eccesso di gravità, fa crollare tutto quanto imbrattando la stanza di panna montata.
Non riesco a respirare, parlo con la tipica voce fra Amanda Lear e Vladimir Luxuria, peraltro il mal di testa mi uccide da mattina a sera.
Mi sento gonfia, ho sempre fame, e piango dieci minuti ogni due ore, completamente senza motivazioni.

E non sono incinta.

Quindi la domanda che ci si pone è : perchè ?

E' una vera e propria tortura. Sto sempre al PC, in attesa che qualcuno di interessante si connetta, in modo da non consumargli il profilo come le tredicenni in crisi d'identità. Dio, che tristezza.
Domani suono, sperando che riesca di nuovo a produrre dei suoni decenti con sta bocca, in modo da non fare la tipica figura meschina della raffreddata.

Destino crudele.

11/o5/2oo9

E' mattina, sono le 9 e 46 per la precisione.
Sono a casa, ancora in pigiama, e la mia vita mi passa davanti agli occhi, come se volesse farsi notare e farmi pensare al totale fallimento che mi sta coinvolgendo.
Qualcosa si sta sgretolando, a partire dall'Università che mi sta interessando sempre meno, ad arrivare all'armonia attorno a me.
Tutto è diverso, una sorta di crepa si è allargata, mentre io sto qui a guardare, senza fare nulla di nulla. L'apatia mi sta assorbendo, e non faccio niente per cambiare questa situazione, per 'smuoverla'.

Altra serata con le mini, altra nottata con le mini, altre incomprensioni, altri rospi ingoiati.
Ma per il quieto vivere questo ed altro. Parentesi particolarmente felice ad Acqui, dove abbiamo fatto una 'comparsata' in un concerto dei 17perso [ oppure Acoustic Street Movement.. Sto iniziando a pensare che sia la stessa cosa ] davvero piacevole e divertente, soprattutto per il mio nullo spirito d'improvvisazione che mi ha addirittura fatto scordare completamente gli accordi di 'Ragazzo di Strada'. Mi sono emozionata.

In poche parole, tutto bene, apparte la mia giacca andata a fuoco, la Helmy ruzzolata giù per le scale ed un locale triste e disabitato.

' Ci si rivede a luglio ' - ' Anche prima ' e ciao ciao Acqui Terme.

Da qualche minuto, 9 Maggio 2oo9

' Nasciamo soli e muoriamo soli '.

Parto volontariamente da qui, a citare un qualcosa che mi ha fatto 'sorridere', stasera.
Una cosa che mi ha fatto sentire [ per la prima volta oggi ] ascoltata.
Sottolineo il mio disgusto nel notare che sia veramente la prima volta odierna, se non per qualche complimento falso ed inopportuno, forse perchè stasera ho rappresentato per la prima volta in pubblico una parte del Musical che tanto mi sta coinvolgendo ultimamente.

Parlando di ciò mi sento più ragazzina che mai: mi si illuminano gli occhi, mi imbarazzo, fisso a terra e quasi mi tremano le gambe. E' una delle cose che più mi fa sentire libera, mi fa sentire me stessa, mi fa sorridere.

Questa sera, il 'trailer'. Qualche stecca, qualche passo fatto un pò 'colà', ma tutto normale.
Nessun commento. Se non 'quel vestito ti sta malissimo'.
Nessun commento da parte della persona che più mi è cara in questo momento, e che senz'altro parla per aiutarmi e non per demoralizzarmi. Ma non ci riesce proprio.

In conclusione, posso anche aver cantato da cani, avrei anche potuto ballare con la faccia scazzata ed i capelli all'insù, ma il vestito mi stava orrendamente.

Forse mi faccio condizionare all'inverosimile, ma a volte vorrei sentire parole gratificanti da chi mi vuole bene, altrimenti tutto va irrimediabilmente storto. Io non riuscirò mai ad andare a testa alta, se non mi sento incoraggiata, se non mi sento spinta positivamente.
C'è chi, al contrario, reagisce soltanto agli stimoli negativi. Ma per me non è affatto così.

Ricordo di essermi offesa ad una frase del tipo 'suoni come ad una salsicciata in spiaggia' e sono certa che la terrò ben solida nella mente. Ma non come incoraggiamento a migliorare, soltanto come campanello d'allarme nei confronti di chi mi ha detto quella frase.
Sbaglierò, senza dubbio.

Sbaglierò a starmene qui senza pensare seriamente a fare qualcosa per questo fisico di merda, sbaglierò a guardare certe persone con così tanta ammirazione e non agire, sbaglierò ad offendermi per ogni stronzata, sbaglierò a credere che il giudizio degli altri sia importantissimo.
Sbaglierò a credere un 'come sei carina truccata così' una fottutissima e strafottente presa per il culo, e non prenderlo come un complimento sincero. Ma, a dirla tutta, sono convinta che nessuno mi direbbe che sono carina senza nascondere un velo di ironia.
Perchè, si sa, sono capaci tutti ad intascare complimenti da vecchie signore amiche di famiglia, che si dilettano in frasi del tipo 'la tua voce si distingueva proprio' in una cagnara da 3 armonie.

Non lo so. A volte rileggo i miei interventi e intravedo degli stupidi capricci. Questa volta è una di quelle. So già di aver scritto soltanto una serie infinita di capricci. Quindi non rileggo. Affanculo gli errori di grammatica.

cinquecinqueduemilannove.

Sono stupida.
Sono tantissimo fumo, e proprio zero arrosto. Mi sto deludendo: sono solo capace a fare delle grandi parole, ma dopo qualche giorno padapumpete, ecco le mie parole svanirsi nella nebbia di fatti che non possono avvenire.
Vengo ancora una volta etichettata, ma questa volta con un'etichetta perfetta, che mi calza stramaledettamente a pennello. Ingenua.
E' vero, lo sono. Non voglio assolutamente sembrarlo, me la tiro da gran donna o mi atteggio da chissà cosa, ma in realtà sono ingenua, stramaledettamente bambina ed infantile.
Credo di essere tanto matura, tanto grande. Invece no, sono tutto il giorno su facebook, a guardare tutti i miei contatti orgogliosa di avere tanti amici, stupide entità inesistenti, che in realtà sono a loro volta solo tanto fumo.
Tutti sono capaci ad inviarti un abbraccio su facebook, un bacio, un 'regalo' simpatico o simile.
Ma in realtà nessuno, e dico nessuno, mi da uno stupido abbraccio, una consolazione di merda.
Non ho amici, sono sola, nello stupido mondo reale. Le persone di cui mi posso fidare veramente sono solo un paio, o poco più.
Forse è l'ora che mi stacchi un pò da questo mondo.

Si, evviva. Sarà l'ottavo intervento in cui mi riprometto di scrollarmi un pò. E non ci riesco, cazzo. Forse ho bisogno di una spinta, di qualcuno che mi prenda per le orecchie oppure per il cuore. Ho bisogno di amore, di affetto, di un abbraccio.

Dannatamente.

Di ritorno.

Poche ore fa sono scesa dal treno che da Reggio Emilia mi ha riportata a casa.
Che dire, sono totalmente sommersa dalla mia stessa stanchezza, e ci sto affogando.
Così è stato forse per tutta la permanenza del viaggio, di cui la serenità è stata spesso interrotta da piccoli episodi poco felici, ma sui quali non mi vorrei soffermare particolarmente.
Il destino non ci è stato completamente d'aiuto, data la rapidità dell'automobile della bassista a 'morire' immotivatamente, lasciandoci bloccate a Bologna.

Piacevolmente aggredita dalle mie stesse emozioni, a volte, schifosamente debole altre.

Mi sono trovata troppe volte a dover pensare, durante questo viaggio. E, si sa, quando Alice pensa troppo, va a finire male.
Ma taccio, per il quieto vivere, perchè sono stupidamente lunatica ed inaffidabile. Solo voglio stare zitta, passare sopra su alcune cose e soprattutto su qualche mio pensiero, indiscutibilmente incoerente con ciò di cui stavo parlando, ma troppo incastrato in quelle giornate, o meglio, serate.

Chiedo quindi umilmente scusa ad un paio di persone che si sono assorbite il mio sfogo, seppur involontariamente. In poche parole: non volevo aggiungere problemi a quelli che già esistono per loro o per chiunque altro, avevo solo bisogno di conforto.
Mi vergogno quindi un pò, per la mia debolezza, per la mia incapacità di restare sola, per il mio bisogno tremendamente costante di avere qualcuno al mio fianco.

Da citare un episodio alquanto triste : mi sono sentita davvero bene, quando la gatta di Silvia si è fatta coccolare, e ha risposto con le fusa. Ho percepito una sorta di calore, che non percepivo da un pò. Per quanto i gatti siano ruffiani, penso che siano molto più sinceri di molti esseri umani.

o2/o4/o9

Non so cosa scrivere. Oppure non ho di cosa scrivere.
Non so se vi è mai capitato, di partire in quarta con la convinzione che qualcosa di produttivo vi esca dalla testa, dirigervi verso il pc, iniziare a scrivere un intervento sul blog e rendervi conto che non sapete veramente cosa comunicare.
Forse perchè le cose da dire sono troppe, forse perchè sono troppo poche. Forse solo perchè la sensazione di bisogno imminente di 'comunicare' è una sorta di disagio incredibie che ti fa implodere la mente.
Non ne ho idea. So soltanto che ho tappezzato poche righe di inutili ripetizioni.
Mi sto guardando in giro, per pura curiosità. E mi rendo conto che la maggior parte delle volte in cui io parto con un'idea, parto già con la testa incredibilmente montata, convinta di saper fare molto di più rispetto a quello in cui in realtà riesco.
Mi sopravvaluto, semplicemente. E devo ammettere che non è il modo migliore per costruirsi una strada. Sono continuamente delusa da me stessa, per ogni piccola cosa. E sono incredibilmente invidiosa di alcune piccole cose di alcune persone, invidia che mi fa sinceramente vivere male. Non so nemmeno se e come giustificarmi, ma non penso sia il caso, a dirla tutta. Sono semplicemente fatta così. Ho bisogno di essere 'migliore' di qualcuno in qualcosa, forse perchè sono sempre stata fra le ultime.
Mi 'innamoro' perdutamente di chiunque mi faccia uno stupido sorriso, dimostrazione palese di incredibile debolezza. Eh si, ho bisogno di sicurezza, ho bisogno di qualcuno che creda in me, dato che io sto perdendo pian piano la speranza. Inevitailmente, quindi, resto delusa, poichè io [ metodicamente ] do tutto quello che posso dare, fino al midollo. E non ricevo nemmeno la metà di quello che do. Forse è colpa mia, non so scegliere con chi stare.
Davvero, è un periodo che vorrei essere fuori dal mondo, su un'astronave da qualche parte.
Quindi concludo questo intervento un pò serioso, che non sarà mai all'altezza di altri. Perchè nemmeno questo, so fare.
Ma fanculo, va.

[ 22/o3/2oo9 ]

Sono stanca, stufa, molla, priva d'iniziativa, incredibilmente scazzata, malaticcia, imbranata, imbecille, devastantemente rompicoglioni, cinica, ironica, stronza, una cosa che non posso dire perchè questo blog è accessibile a troppe persone ma la maggior parte di queste che mi conosce bene [ e dico bene u.u ] lo sa, sono piena di brufoli, innamorata platonicamente di una quarantina di ragazzi, stupida, svogliata, pigra.

Perchè ho ricevuto ' un bel panino ripieno di merda ' [ cit. ] e perchè mi sto gustando questo panino con particolare enfasi, cercando di non perderne nemmeno un pezzetto.

Perchè sono stufa di ' rincorrere il vento '.

Perchè vivo bene, nella mia stupida apatia, senza essere condizionata e condizionabile.
Perchè me ne frego, mi sono rotta.

[ e farò la figura della pappamolle, della cambia bandiera, dell'indecisa o della testa di cazzo. non me ne frega un benamato ficosecco, vivo la mia vita un pò come capita, carpe diem. io sono qui, non me ne sono mai andata, non capisco chi voglia cosa, ma qualsiasi cosa sia non farà fatica ad ottenerla. sono stufa di combattere per ideali inesistenti, mi tuffo completamente nell'indifferenza e nella famosissima apatia, per vivere giorni felici. Amen. ]

15/o3/o9

Sei una delle persone che mi manca di più al mondo.

Non sei altro che un ricordo, un'immagine annebbiata e poco nitida, un qualcosa che nemmeno mi pare di vedere come reale, una sorta di sogno in parte realizzato, in parte dimenticato.
Non so dove tu sia, dove tu sia finito, dove ti sia cacciato.
Ho scordato i particolari che ci collegano, ho scordato il tuo viso.
Ma non ho scordato te.

Sono completamente sepolta dalla mia stessa malinconia, dai miei stessi ricordi di tempi passati ed in parte felici, da una me timida ed ancora ragazzina, incapace di valutare il reale valore delle cose.

Quindi ti cerco, ora che sono cresciuta, per rivedere quello che ho dimenticato e completare il tuo ricordo. Dove sei ?

' ma resti ancora immobile
distendimi e inventa un senso
per poi sorprendermi
'

Valvonauta. [ 1o/o3/o9 ]


Mi affogherei

e anche se non mi viene
io senza lei
e anche se non c'è miele
mi viene dolce
e penso sempre lo stesso
mi affogherei
Io senza lei
riesco appena a sentire
che non ci sei
e riesco appena a stupirmi
va tutto bene
e penso sempre lo stesso
mi affogherei..

Sto bene se non torni mai
Sto bene se non torni mai
Sto bene se non torni mai.. mai!

Mi affogherei
e anche se non conviene
io senza lei
e anche se non c'è miele
mi viene dolce
e penso sempre lo stesso
mi affogherei

Sto bene se non torni mai
Sto bene se non torni mai
Sto bene se non torni mai... mai!

o5/o3/2oo9

Non so fare rinunce non so fare sacrifici
mi affido all'istinto, ai suoi benefici
Dopo ogni livido, ogni bocciatura
non perdo mai il treno che mi porta sulla Luna


E se piove, almeno...

mi vedo l'arcobaleno!

Spengono le luci non c'è più intimità
oggi tutto è specchio di una enorme vanità
Non so fare per finta non so volermi bene

ma so che parte il treno

dove cantano sirene

Non so fare rinunce, nemmeno sacrifici
mi affido all'istinto ed ai suoi benefici
Anche se quel giorno avrò trovato la fortuna n
on perderò il treno che mi porta sulla luna

Io ripartirò quando si alzerà il vento

Io me ne andrò quando sarà il momento

E se piove, almeno...
mi vedo l'
arcobaleno!


FAQ [ o4/o3/2oo9 ]

Bene bene, morte e distruzione, ancora morte e distruzione, blablabla cicici.

In breve, sta andando tutto irrimediabilmente a rotoli, e il mio cervellino è troppo stanco per cercare di rispondere a domande a volte troppo ovvie a volte troppo intricate.

' Ma ti piace suonare ? '
Domanda tremendamente critica, alla quale nemmeno io so rispondere. Fino ad un mese fa avrei detto di si, con sicurezza e saltellando. Ma ora niente è certo, ora non riesco a vedere nient'altro che un'Alice perdaballe sempre davanti al pc che aspetta il portatile per portarselo anche a dormire. Vedo tutto nero, non vedo altre possibilità ed alternative alla noia, non intesa come 'carenza di cose da fare', ma come 'banalità'.
Mi sono trovata catapultata con troppa forza in una situazione non mia, e bisogna capire che spesso non è facile adattarcisi con così tanta velocità. Ho 'bruciato troppe tappe'.

' Ma ce l'hai il ragazzo ? '

Idiota, fastidiosa ed irritante. Collegabile ad altri quesiti quali ' Ma siete fidanzati ? ' oppure ' Ma quello lì è il tuo moroso ? ', altrettanto insopportabili. Io mi chiedo perchè la gente non impara ad infilarsi un calzino sporco in bocca, prima di chiederti cose del genere. A questa domanda solitamente rispondo con un sorrisino sarcastico, seguito da una risatina maligna impregnata di imbarazzo. Non sono cose da chiedere ad una 20enne troppo indecisa sul da farsi il sabato sera.

' Ma l'Università ? '
Collegata ad 'Esami ?' oppure 'Lezioni?'. Bene, una volta per tutte, la mia carriera accademica sta andando molto a rilento. Esami due, entrambi non passati. Lezioni poche, sovrapposte. Non c'è altro da aggiungere, nè ora nè mai. Ci metterò più impegno, ma ora come ora sono troppo confusa per capire da che parte sono girata.

' Come stai ? '
Ecco, qui finisco con l'assomigliare a persone alle quali non vorrei per nessuna cosa al mondo assomigliare. Però lo devo ammettere, è una domanda banale. Soprattutto se si sa che l'altra persona non sta passando uno dei periodi più felici della sua vita. Come stai è un modo per fare intendere l'interessamento per la salute, l'umore e cazzi e mazzi dell'interlocutore. Ma a volte può nascondere solo una meschina curiosità ed un sottile sadismo. Quindi, lasciate perdere.

' Ma tu non esci mai ? '
Altra parentesi di questo periodo della mia vita, l'eccessiva indecisione, che di conseguenza spesso sfocia nell'inconcludenza.

' Ma sei viva ? '
Si.

' Mi fai un cd con le basi ? '
... si, cazzo.

In conclusione. Ho voluto un pò giocosamente, un pò seriamente elencare le domande che di più odio sentirmi porre. Non voglio creare fraintendimenti con nessuno, semplicemente ci tenevo a fare presente alcune piccole cose. Perchè, dovete sapere, che non tutto sta andando male. Ma a volte si tende a voler sapere solo i lati negativi della vita di una persona, tralasciando irrimediabilmente quei pochi che la fanno stare bene. Non si sa se per invidia, se per sadismo, o per nonsoccheccosa. Ma in breve, ora come ora sto cercando di coltivare le cose che più mi fanno sorridere. Anzi, la cosa che mi fa sorridere. Che vi interessi o meno, non è un problema mio. Ma non pretendete di sentirmi parlare volentieri d'altro [ perchè non ho voglia di essere presa per il culo, fine. ].

Baci&abbracci, gente.
Anche se siete pochi.
Anche se non siete nessuno.
Ma chissenefrega, in qualche modo dovrò sfogarmi, no ?

25/02/09

Sono stata divorata dalla malinconia.
Rincontattare più tardi.

23/01/09


Un altro piccolo fallimento, forse non proprio piccolo, ma comodamente trascurabile. Un altro piccolo fallimento che va a sommarsi ad altri milioni di piccoli fallimenti, causando così un'enorme montagna fallimentare, pronta a crollare di punto in bianco, quando meno te l'aspetti. Mi piace vedere così questa situazione, un pò come un grandissimo macigno ormai saldatosi per bene a terra, ma sorretto da una persona soltanto, e a fatica.

Immagino una sorta di bambina affaticata, con entrambe le braccia tese a tentare di evitare l'evitabile, con le manine sporche di sangue e terra, che amabilmente le impregnano anche il finissimo vestito rosa, nuovo di zecca.

Immagino una gocciolina di sudore attraversarle prima la tempia destra e poi la guancia, provocandole un prurito insopportabile, prurito che non può essere placato in nessun modo, perchè nel farlo dovrebbe rischiare troppo. Rischierebbe di far crollare quell'insopportabile montagna, forse liberandosi di un peso, ma forse restandone completamente schiacciata. Oppure, per quell'ammasso roccioso prova una sorta di affetto, una sorta di legame, che le impedisce di fare movimenti bruschi. Non vuole rischiare di perdere ancora qualcosa a cui si era affezionata.

Immagino
anche il disagio che quella situazione può comportarle e che, anzi, le comporta. Il disagio portato da un'eccessiva sporcizia, un'eccessiva fatica, il vestitino lurido e le manine sanguinanti, lo sguardo vuoto, il sorriso spento, i biondi boccoli sciolti e spettinati.


Immagino
la sua incantevole ed innocente sofferenza, la sua bellezza infantile spenta in una fatica troppo grande per lei, il suo terrore nel trovarsi di nuovo in quella situazione.


Già, perchè quella bambina è già abituata alla sofferenza. Talmente abituata da risultare spaventosamente fredda a volte, quasi insensibile. Ed invece, il piccolo cuoricino in quella minuscola cassa toracica, la piccola fonte di vita e di sentimenti di quella fanciulla batte all'impazzata, comportandosi in maniera talvolta troppo matura, talvolta troppo infantile.


Regge a più non posso la montagna. Forse per dimostrarsi forte, forse per autoconvincersi della sua forza. Ed invece no, quella forza non c'è. Spera ogni istante della sua vita, ogni minuto della sua esistenza che qualcosa cambi, che qualcosa faccia precipitare tutto quanto, coinvolgendola in una valanga tanto passionale quanto crudele.

Prega di non passare, di nuovo, gli ultimi attimi della sua giornata a reggere ciò che ormai è troppo difficile da reggere.
Prega di riuscirci, allo stesso tempo, di riuscirci di nuovo. In modo da non fallire le proprie aspettative e le aspettative degli altri. Ma lo sguardo della bambina è estremamente spento, vuoto. Ormai è rassegnata, e la rassegnazione non è mai la giusta via. E' rassegnata nel guardarsi attorno, e vedere solo e soltanto deserto. Un deserto incredibilmente brutto e pauroso. Perchè è così che lo definirebbe, una bimba.


PS: No, questa volta tu non c'entri.
So che non leggi questo blog,
ma amo comunque precisare le mie intenzioni.
Tu, per me, non ci sei più. Bastava dirlo, no?

13 - 02 - 2009 [ Venerdì ! ]

E rieeeccola.

Il periodo di 'mediocre pace con me stessa' è terminato alla grande, con un mitico 'skatakrash' a terra, contanto di rimbalzo e morte ripetuta.
Che dire, a quanto pare la vita è veramente costituita da momenti di felicità intervallati a momenti di tristezza assoluta, anche se, a quanto pare, è il contrario.
Mi sono arrivati i soldi dalla regione, il 'rimborso' a troppi soldi spesi durante il liceo fra tasse, libri e treni [ anche se quelli che mi hanno mandato possono rimborsare a malapena due mesi della quinta ] e cercherò di usarli per l'acquisto di un qualcosa di simile ad un pc portatile.
Almeno avrò un pò di privacy, il mio blog non sarà raggiungibile dai miei cari parenti, che ultimamente si divertono a ficcare il naso nei miei 'affari'.

Lo studio mi attende, milioni di poesie, milioni di autori e tristissimi periodi storici, come se volessi o potessi asciugarmi le lacrime con il manuale di De Nicola, scritto peraltro così piccolo da rendersi incomprensibile.

Sto riempiendo il mio diario di disegni e linee, sovrastati da pensieri gettati a caso ma con un incredibile filo logico, sto scaricando la mia rabbia su innocenti foglietti bianchi. In qualche modo dovrò ben farlo.

Same old song ..

Mi sembra di rivedere la me stessa di qualche tempo fa, cazzo. Mi sembra di essere di nuovo l'Alice adolescente che piange ripensando ad i suoi amori perduti. Quando imparerò a scrollarmi di dosso le cazzate ed a pensare a cose vagamente più importanti ?

It's the same old song .. Let's playing again the same old song ..

Quante volte ho scritto ' mi sono stufata ' , ' voglio cambiare ' , ' voglio tirare fuori le palle '.
E devo ammetterlo che in qualche anno pensavo, credevo, ero convinta di essere cresciuta.
Ma in queste occasioni mi sembra di tornare indietro, mi rivedo di 70 kg con l'apparecchio in bocca e il maglione di paperino, dietro il banchetto della seconda media ad aspettare solo di arrivare a casa per mangiare.

Ora a casa ci sono già, ma tutto mi sembra IDENTICO a qualche anno fa.
Tranne per questo blog [ leggermente più intelligente di quello di qualche anno fa, dove scrivevo a caratteri cubitali ' ODDIOH CHE FIGO IL RASTA DELLA MANIFESTAZIONE ' .. Cristo com'ero scema .. Anche se i rasta mi attirano comunque, ma non lo sventolo in questo modo ].
Peraltro c'è il famoso concerto dei Pain, domani sera. E non ci andrò, pensa tu che novità.

The same old song .. Don't wanna ear it no more ..

About Joyce. [ Stream of consciousness ? ] dodicifebbraio.

Nessun pensiero mi passa per la testa nessuna preoccupazione nessuna di nessuna niente di niente sensazioni instabili emozioni crude giochi di parole devastantemente incomprensibile inconclusività o inconcludenza la capacità di far andare in botta le persone il canticchiare di mia zia e il mio dolore al cuore a te di jovanotti i miei pensieri che ritornano la mia voglia di scappare da tutto quello che mi circonda il bambino con la leucemia alla tv il desiderio di spaccare tutto il bisogno irrefrenabile di sentirmi apprezzata la voglia di cantare e recitare il silenzio di un tg troppo rumoroso l'incapacità di razionalizzare figure instabili l'una dopo l'altra che si susseguono senza sosta un pc portatile che stenta ad arrivare pochi soldi e tante parole un fiume di concetti solitamente sottovalutati troppi concetti che prima o poi verranno valutati per quello che sono la mia voglia di uscire la mia troppa fame il mio pianto di sfogo la mia letterina a babbo natale il mio sogno in cui vengo rapita il desiderio di considerazione il desiderio di partire e non tornare più la voglia di andare a vivere da sola senza che nessuno mi obblighi a fare niente i discorsi di elisabetta la voce della caschetto la mia chitarra le date da stabilire i miei rimpianti per non essere chi dovrei essere la mia poca voglia di impegnarmi perchè circondata da persone più menefreghiste di me la lacrima in un cassetto lo scanner acceso la foto di mia nipote che sorride la tristezza la depressione e uno stupido intervento troppo lungo per chi non ha pazienza di inventarsi le virgole il mio diario cartaceo e l'isteria le pagine piene di insulti verso chissàchi la sicurezza di non dover donare tanta considerazione a chi in realtà non la merita il desiderare una persona che non puoi desiderare passare le notti a sognare ciò che non può accadere bere un sorso d'acqua e digerire pensare al più e al meno e sentire un nuovo profumo nell'aria il profumo di primavera che da tanto non c'era le amicizie su facebook la noia la tristezza la depressione il neurochirurgo i miei problemi la mia voglia di scappare la noia la tristezza la depressione la musica cantare cantare cantare voglio cantare e recitare la noia la tristezza la depressione mangiare cioccolato fino a scoppiare l'esame di italiano il fu mattia pascal la noia la tristezza la depressione il bisogno d'aiuto che non arriva l'essere reputati da tutti troppo forti il volere una mano ed un bacio le coccole il silenzio il cioccolato lacrime di sangue che scivolano sulla vita un pò troppo banale la noia, la tristezza, la depressione.

Il nulla.

Che l'amore sia solo un'invenzione per bambini, che la voglia di trovare questo amore sia un'infantile maniera di guardarsi indietro, che la mia vita sia soltanto una linea con troppi angoli e troppe curve.
Mi è difficile capire ogni cosa di me.
Figuriamoci degli altri.

[ chiedo venia a Roberta, ti ho un pò copiato l'idea. ]

10/02/2009


Chi sono ?

Sono un hippie fallita.
Una dark in pensione.
Una metallara passata di moda.
Un giocattolo ambizioso.
Una scheggia nel cuore della società.
Un aiuto per chi non c'è.
Un'amica per chi non vuole.
Un'amante di un sogno remoto.
Una stronza troppo sensibile.
Un calcio in culo.
Una carezza sul collo.
Una stramba visione.
Una psicopatica senza cura.
Una fotografia appena scattata.
Un sorriso sincero.
Una corda troppo lunga.
Un cervello senza vita.
Un cuore matto.
Un silenzioso spavento.