Tornata ora a casa, ancora in preda all'emozione.
Mi ci voleva una serata così, dopo la rassegnazione distruttiva che mi ha folgorata e posseduta in questi giorni.
Outlet, paesaggio a dir poco inadatto per un concerto del genere, ma comunque luogo di diverse manifestazioni jazz, da 5 anni a questa parte.
A dire il vero sono partita da casa già con un sorriso in più rispetto al solito, già sapevo che non mi avrebbero delusa, già immaginavo il mio stupore [che, se immaginato, tanto stupore non è] nel vedere, anzi, nel sentire quel "gruppo" [gruppo è riduttivo, si intenda] suonare con così tanta passione.
Violino, violoncello, contrabbasso, sax [ di ogni genere e tipo ] e voce, una voce così perfetta da fare spavento, hanno rappresentato magnificamente le maggiori opere del grande contrabbassista Mingus, intervallando la musica alle parole, magnificamente interpretate dalla cantante principale.
Questo intervento sembra più una strana recensione di un altrettanto strana rivista musicale, senza dubbio, ma le emozioni che ho provato non sono certamente descrivibili attraverso le parole. Soltanto essendoci, soltanto scoprendo suoni che prima ci si chiedeva come venissero prodotti, soltanto vedendo i movimenti del sassofonista così impegnato nei suoi soli, ci si può immedesimare.
Decisamente felice, senza dubbio, decisamente soddisfatta, seppur il periodo non sia fra i migliori, decisamente rincuorata da quella musica sublime. Ma domani mattina sarà lo stesso. Sarà la stessa vita triste.
Chissà. Per ora resto fissata con la mente e con l'anima ai Quintorigo, alle emozioni di questa sera. Magari sarò così fortunata che domattina le sentirò ancora.
[ Post ridotto all'osso, eccome ]
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